La Serenissima

Ho capito da molto tempo che non si riesce quasi mai a “salvare” i brevetti. Inventata una formula c’è chi, visto il successo, magari ricorrendo a qualche leggera modifica, tenta e quasi sempre riesce a copiarla.

La coppia Grillo-Casaleggio ha scoperto la possibilità di adoperare il web a livello politico e un po’ per l’uso di questo nuovo mezzo di consultazione, un po’ per l’istrionismo del comico, la loro soluzione è risultata vincente e in quattro e quattr’otto essi sono riusciti ad accaparrarsi un terzo del parlamento.

Mi pareva impossibile che qualcuno non volesse appropriarsi della formula! Infatti un certo illustre sconosciuto di nome Busatto, proveniente dalla Marca Trevigiana, terra che nonostante la crisi risulta una delle province più operose e più ricche, si è impossessato della “formula magica” e senza troppo dispendio di forze e di denaro, ha organizzato via Internet un referendum per l’autonomia dei veneti, che è diventato alla fin fine un plebiscito alla maniera del nostro Risorgimento.

Ieri sera alla televisione ho assistito alla “proclamazione” della “secessione” con tanto di folla, di gonfaloni di San Marco e alzabandiera su un pennone della piazza dei Signori a Treviso. C’era persino il coro “Serenissima” con i suoi vecchietti vestiti da gondolieri e cantava a gran voce “Viva Venezia… e le glorie del nostro leon”.

A dire il vero il tutto mi è sembrato più vicino all’operetta che ad un evento storico, comunque di certo è stata una delle manifestazioni del disagio e del malcontento di un popolo che ancora, tutto sommato, lavora e produce, nei riguardi di un apparato statale che mangia e tira a campare.

La Lega ci aveva provato, ma è naufragata nell’imbroglio e nello sperpero, arrischiando di venir cancellata dall’agone politico alle prossime elezioni. Temo però che anche i protagonisti del “Risorgimento della Serenissima” faranno la stessa fine, avendo questo mattino appreso che vogliono strutturarsi in partito e molto probabilmente diverranno un altro dei molti partitini che continuano a bisticciare tra loro tentando di accaparrarsi una fetta di questo malcontento imperante.

A me pare che i partiti storici, se una volta tanto condividessero in maniera trasversale questo desiderio di una certa autonomia amministrativa e di un recupero più largo della cultura e della storia specifica del nostro territorio, farebbero un grosso servizio all’intero Paese esaltando le ricchezze peculiari della nostra terra, riconoscendo i doveri, ma pretendendo anche i relativi diritti.

28.03.2014

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