Non servono i miracoli

Fa parte ormai della cultura dei nostri giorni la battuta istrionica ed ironica “Non siamo ancora in grado di far miracoli, ma ci stiamo attrezzando per farlo prossimamente”. In genere si servono di questa battuta le persone e le istituzioni private assai efficienti nei riguardi dei clienti e delle persone che proprio per questa efficienza e questa generosità pretenderebbero da loro cose o impossibili o troppo impegnative anche per chi vuol rendersi comunque utile al prossimo.

Io non conosco dove e quando è nato il termine “miracolo”, ritengo però che esprima un gesto che, per la sua consistenza o per la sua bellezza, desta meraviglia, tanto da apparire un portento che deroga dalle normali leggi del vivere. Questa parola però è limitata per consuetudine nel mondo religioso ed è adoperata per manifestare veri o presunti interventi di Dio il quale, per natura, supera e può derogare alle norme che lui stesso ha fissato.

Da secoli e secoli le persone che si trovano in grosse difficoltà si rivolgono a Dio per ottenere da Lui quello che nessun altro gli può offrire. In questi ultimi tempi mi pare però che anche “i miracoli” siano andati un po’ in crisi. La cosa non mi dispiace più di tanto perché sono convinto che il buon Dio abbia dato all’uomo tali risorse e capacità per cui, impegnandosi a fondo, può risolvere quasi sempre da solo ogni difficoltà che gli si presenti davanti.

Un grande uomo di Dio, qual’è stato Bonhoeffer, il pastore protestante fatto impiccare da Hitler, ha teorizzato il discorso con una frase quanto mai significativa: “Non bisogna adoperare il buon Dio come il tappabuchi delle nostre difficoltà!”. L’uomo maturo e il cristiano serio oggi hanno capito che non si può tirare in ballo Dio per ogni problema che incontrano. Il Signore ci ha già attrezzati in partenza perché possiamo essere autonomi e risolvere personalmente la maggior parte delle difficoltà della vita. Il guaio è però che noi siamo spesso pigri ed egoisti, tanto da pretendere che gli altri, e soprattutto Dio, risolvano quello che possiamo fare noi stessi.

Se noi tutti prendessimo coscienza delle nostre effettive potenzialità e le mettessimo generosamente in atto, penso che potremmo benissimo sostituire sia sant’Antonio che santa Rita.

Pare che oggi il Signore ci consideri finalmente maturi e perciò si rifiuti di sostituirci o di menarci le mani, volendo che siamo noi stessi a fare “i miracoli” senza lasciar passare troppo tempo per “attrezzarci”.

29.03.2014

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