Le reliquie del domani

Ho terminato di leggere, circa due mesi fa, un volume scritto dal padre scolopio Ernesto Balducci. In questo volume, “L’uomo planetario”, il religioso fiorentino analizza le principali religioni, mettendo l’accento sulla loro evoluzione storica e affermando che più o meno ognuna, sollecitata dallo sviluppo della scienza e della cultura, tende ad adeguarsi alle mutazioni culturali e sociali ove essa vive.

Soprattutto il Balducci sostiene che, a motivo della globalizzazione dei rapporti, che sta facendo del mondo un “villaggio globale”, l’incontro fra le varie religioni, così come avviene per il linguaggio, per i costumi e per il modo di vivere, finisce per creare una osmosi ed un meticciato spirituale che determina tra esse un minimo denominatore comune.

Fin qua mi pare che l’analisi sia razionale e il risultato alla lunga positivo, tale da realizzare praticamente quell’ecumenismo del quale si parla molto e verso cui si tende da almeno un secolo. Però padre Balducci si spinge più oltre, ipotizzando che questo incontro e questa comunione finirà col produrre un risultato quanto mai positivo, ossia tutte le religioni, pur mantenendo le usanze e i propri riti, finiranno per convergere e proporre come risultato di questo incontro esistenziale un’unica morale ed una proposta religiosa comune, tendente a promuovere un mondo solidale.

Questa utopia mi pare alquanto lontana e difficile da raggiungersi, anche se un supporto religioso comune fra tutti i popoli faciliterebbe di certo una convivenza più pacifica e solidale. Questa tesi di fondo come cristiano mi fa sognare e sperare che anche il cristianesimo possa in futuro essere arricchito dai costumi religiosi della negritudine, più pensoso e contemplativo dal mondo indù, più convinto e radicato nella vita e nella società dall’islamismo. Ogni religione ha certamente degli apporti positivi da offrire, come la mia Chiesa, che con convinzione ritengo la più adeguata alle attese e alle esigenze dell’uomo di ogni tempo e di ogni terra, ha molto da offrire agli altri modi di credere e di tradurre la fede in vita.

Da ragazzo fui folgorato dalla tesi del Cronin che nel suo “Le chiavi del Regno” afferma che molte, anche se diverse, sono le strade che portano al Regno. Ora mi pare che Balducci aggiunga che si intravede che è legittimo sognare che questi pellegrini dell’eternità possano condividere la fatica della ricerca e darsi una mano nel tempo del percorso verso la meta comune.

09.10.2013

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