Un signore dell’interland di Mestre, qualche giorno fa, mi ha mandato una e-mail chiedendomi un consiglio. Sarei stato felice di poterlo pubblicare ma lui, pur essendosi firmato e pur avendomi fornito il suo indirizzo, mi ha chiesto di non pubblicare la sua lettera, cosa che ritengo giusto fare. Comunque questa persona anziana, ma quanto mai lucida e che si dichiara credente, mi ha chiesto aiuto per questioni di fede. Sostanzialmente è rimasto estremamente turbato per la perdita, in un incidente stradale, di un congiunto molto giovane che gli era particolarmente caro.
Di primo acchito sarei stato tentato di lasciar perdere perché i quesiti che mi poneva erano molti ed estremamente impegnativi e avrebbero richiesto un discorso quanto mai lungo ed articolato, non tanto per dargli soluzioni certe ed apodittiche, ma perlomeno per inquadrare seriamente i problemi che mi poneva. Io poi diffido quanto mai delle “parole buone” e consolatorie, che ritengo luoghi comuni poco umani e poi, pur essendo per grazia di Dio credente, navigo io pure a vista in mezzo a mille dubbi e mille perplessità.
Confessai apertamente che non dispongo “pastigliette” per ogni problema religioso.
Questa è stata la mia prima reazione, ma poi, avendo appena appresa la notizia della lettera-risposta di papa Francesco a Scalfari, come avrei potuto io, ultimo suo suddito, non seguirne l’esempio? Presi la mia biro e gli scrissi tre cose che trascrivo, perché penso che potrebbero servire a tanti altri.
Primo. Ritengo che la vita sia un dono assolutamente gratuito e tale rimane se dura cent’anni o solo un minuto, perciò nessuno può pretendere nulla, ma solamente ringraziare.
Secondo. Dio sa fare il suo mestiere e soprattutto mi ama, perciò Lui sa meglio di me quello che è meglio per me e quindi quello che mi capita, anche se io non capisco, è sempre un dono e un atto di amore. Di ciò ho avuto esperienze personali, quindi l’atteggiamento più opportuno, doveroso e razionale è questo: “Signore, sia fatta la tua volontà!”.
Terzo. Sarebbe assurdo ed infantile pregare per far cambiare idea a Dio. Prego solamente per poter capire il messaggio che Dio mi manda in qualsiasi evento della mia vita e soprattutto per ottenere il coraggio di accettare la sua volontà.
Quarto. Io sono con Biagio Pascal che afferma: “Pur con Dio la vita rimane un mistero, ma senza Dio essa è un assurdo”. Molto umilmente, ma con molta convinzione, io aggiungo: “Senza Dio la vita non sarebbe solamente un assurdo, ma una beffa e io non potrei mai accettare di vivere un sol giorno da beffato!”.
Comprendo che queste risposte avrebbero bisogno di una elaborazione, ma io, per natura e per scelta, sono solito andare al nocciolo delle questioni.
21.09.2013