Scalfari

Non leggo “Repubblica”, ma tre giorni fa, appena il quotidiano è arrivato in edicola, qualcuno s’è premurato di farmelo avere per indicarmi la “corrispondenza” tra Eugenio Scalfari e Papa Francesco.

Ho letto le due pagine che questo giornale di impronta laico-socialista vi ha dedicato con grande rilievo. Non sapevo dei due articoli con i quali Scalfari aveva interpellato il nuovo Papa ed ho letto prima il sunto che il giornale fa perché i lettori possano capire le risposte del Papa. Poi qualcuno me li ha tirati fuori da Internet, quindi ho avuto modo di conoscerli per intero.

Scalfari è stato il brillante giornalista di sempre e il laico che ne ostenta immancabilmente il distintivo. Non voglio qui soffermarmi sui contenuti delle due lettere di Scalfari e la risposta del Papa. Essi sono impregnati di cortesia, rispetto e soprattutto di affettuosa cordialità. Voglio soffermarmi invece su questo evento in linea con l’indirizzo pastorale del nuovo Papa che privilegia le persone ai princìpi e alle istituzioni, e di Scalfari che, nonostante le sue dichiarazioni formali, è un uomo in ricerca e, a parer mio, almeno con un piede, è quasi approdato sulla sponda della fede.

Già avevo capito, dalla lettura del volume che riporta i suoi dialoghi col cardinal Martini, questo suo bisogno di assoluto, ora ha avvertito che poteva continuarlo con Papa Francesco, perché lui è un uomo da Vangelo, che non solamente ha letto le parabole della pecora smarrita e del figliol prodigo, ma le vive nel suo quotidiano.

Di certo anche il vecchio Scalfari, pur impregnato di una cultura illuminista, arriverà alla casa del Padre perché è troppo intelligente e troppo onesto per non farlo.

Tantissimi anni fa ho conosciuto la vicenda simile di un altro brillante ed acuto giornalista che scriveva su “Epoca”, Augusto Guerriero, che si firmava con lo pseudonimo di Ricciardetto. Ricciardetto scriveva di politica, di costume, di cultura, ma spesso sembrava attratto profondamente, come Scalfari, dalle tematiche religiose. Ricordo un suo splendido articolo intitolato “Quesivi et non inveni”, ho cercato Dio, ma non l’ho trovato. Però venni a sapere che alla fine era approdato, anche formalmente, alla fede.

Scalfari, pur dichiarandosi ateo, già confessa che è fortemente interessato da Gesù di Nazaret e dal suo messaggio. Questi spiriti liberi, ma amanti della verità, a mio umile parere, fan già parte “dell’anima della Chiesa”, come si diceva un tempo, perché i contenuti profondi del loro pensiero sono del tutto conformi alla sostanza del messaggio di Gesù.

Per fortuna loro e nostra vi sono ancora nella Chiesa preti che la pensano come “il pastore della pecorella smarrita” o del padre del prodigo.

17.09.2013

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