L’asso nella manica del buon Dio

Dopo le dimissioni di Papa Benedetto che, pur di umili origini, si è adeguato alla prassi, al costume e alle tradizioni abbastanza principesche del Vaticano, senza scossoni e senza rotture evidenti, inserendosi quasi naturalmente nel solco dei “Pontefici regnanti”, mai e poi mai avrei immaginato che il suo successore avrebbe “saltato il muro” in maniera così decisa e radicale dando un’immagine assolutamente inedita del successore di San Pietro.

Nella migliore delle ipotesi potevo sperare in una evoluzione lenta, quasi impercettibile, mentre invece le sorprese di Papa Francesco si susseguono una dopo l’altra con una rapidità assoluta e sorprendente e sempre in linea con uno stile veramente inaudito ed una radicalità evangelica che non solo stupisce, ma che mi lascia attonito e quasi stordito (pur uno come me che sono immerso nella vita della Chiesa).

Ho già scritto che dopo la morte di Papa Roncalli mi sono regalato un volumetto dal titolo “I fioretti di Papa Giovanni XXIII”. L’autore ha denominato “fioretti” le gesta e i comportamenti di quel pontefice e questo termine lasciava intendere: racconti verosimili, pie leggende, storie minori per devoti e vertevano poi sull’intero pontificato. Mentre i “fioretti” di Papa Francesco sono documentati da stampa e televisione e nel lasso di tempo solamente di un paio di mesi sarebbero più che sufficienti per un volume.

Questi fioretti che riguardano il mondo ecclesiale sono equiparabili alla bomba atomica, alla teoria dei Quanti, o all’avvento del mondo digitale per lo choc che stanno producendo sull’opinione pubblica. Ieri la stampa ci ha informato della doppia telefonata papale ad uno studente di Padova che gli aveva scritto una lettera. E – sorpresa nella sorpresa – : «Diamoci del tu, come amici!» Questa è l’ultima, ma le precedenti non sono meno radicali: dalla battuta «M’hanno pescato alla fine del mondo» alla richiesta di essere benedetto dalla folla prima di benedire a sua volta, alle scarpe grosse e nere da contadino; dalla tonaca bianca che lascia intravvedere i pantaloni, al salire in aereo con la borsa nera, all’affermare che il monsignore dello IOR non è stato messo in galera perché era devoto di santa Imelda…. e via di seguito!

Sarebbe quanto mai opportuno che qualcuno facesse la raccolta non dei “fioretti”, ma di queste nuove pagine di storia ecclesiale quanto mai documentabili.

Chi avrebbe mai pensato che la Divina Provvidenza avrebbe tirato fuori questo asso dalla manica? Io sono alle stelle perché, pur sognando molto di meno, spesso mi s’è accusato di essere irrispettoso verso l’autorità. Penso poi come faranno a sopravvivere cardinali, arcivescovi, vescovi, monsignori, arcipreti, prelati, cavalieri del Santo Sepolcro, commendatori e chi più ne ha più ne metta!

15.08.2013

Una risposta a “L’asso nella manica del buon Dio”

  1. il Papa appena è stao eletto ha detto “mi hanno pescato dalla fine del mondo” e poi riferito a un paramento che doveva indossare e che non ha voluto per presentarsi al popolo ha detto “il carnevale è finito”,cosa significa questo? Che la chiesa non deve essere basata solo su lla esteriorità, su messaggi a volte non capibili alla gente comune,basta con le ipocrisie e sul magna magna e poi non molto tempo fa il Papa ha detto che Gesù non chiedeva ai suoi apostoli il rispetto con il “LEI” ma semplicemente con il TU!

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