L’uomo planetario

Sono a metà strada nella lettura di un importantissimo volume dello scolopio padre Ernesto Balducci. Questo intellettuale è una mia conoscenza di vecchia data. Ho cominciato a seguire fin dal suo inizio la bellissima rivista “Testimonianze” fondata da questo religioso fiorentino.

Una volta avevo un po’ più di tempo e di spazio, cosicché feci la raccolta completa della bella rivista, quanto mai interessante per i contenuti e bella ancora a livello grafico: aveva una copertina rossa con il titolo stampato in nero, l’impostazione grafica quanto mai elegante. Era una rivista di tendenza innovatrice, attenta al pensiero della sinistra politica e alle avanguardie cattoliche e coincideva con i miei orientamenti spirituali e culturali d’allora. Senonché padre Balducci continuò a spostarsi sempre più a sinistra, cosicché lo sentivo sempre più estraneo alla mia sensibilità religiosa e sociale. Gli scrissi una lettera dicendogli il mio pensiero e affermando che il mio contributo più onesto era di non rinnovare più il mio abbonamento. Così terminò la cosa.

Un paio di anni fa però scoprii un volume autobiografico “Fuori dal tempio” di un prete friulano, grande ammiratore di padre Ernesto Balducci, tanto che intitolò al suo nome una casa di accoglienza per profughi senza patria, erranti nel nostro Paese. Questo volume fece riemergere la cara e lontana “amicizia” e, neanche a farlo apposta, poco dopo qualcuno mi regalò il volume “L’uomo planetario” dello stesso Balducci: stesso colore di copertina e stessa impostazione grafica, pulita e lineare, però con dei contenuti che si muovono veramente per me troppo elevati.

Questo testo dello studioso fiorentino analizza le modifiche che il nuovo orientamento socio-politico e socio-economico producono sulla società attuale su cui si deve innestare il messaggio cristiano. Padre Balducci mette in guardia le varie Chiese cristiane, ma anche le altre religioni, dal grave e micidiale pericolo di tentare di immettere il messaggio religioso in un binario morto che non porta da nessuna parte o tentare di innestarlo su un albero ormai secco.

Queste grandi intuizioni a livello planetario devono evitare di sospingere il messaggio religioso verso delle ritualità sterili e fuori dal corso vero della storia e perciò privarlo di vita vera e feconda. Questa mi pare che sia la spina dorsale del discorso, che poi si articola e si innesta con delle ramificazioni particolari.

Concludo dicendo che mi pare d’aver capito che l’uomo di oggi non è assolutamente più quello descritto dai vecchi testi, perciò se pensiamo di potergli offrire il messaggio di Gesù, bisogna che lo conosciamo e impariamo la lingua nuova per potergli donare la “buona notizia”.

22.08.2013

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