Il giorno dell’Assunta mi sono recato al “don Vecchi” di Campalto per vedere di riparare o sostituire un “ingranaggio” che si è ingrippato. Appena entrato mi sono accorto di un certo vociare nella sala da pranzo. Ho pensato che si trattasse di una delle tante “feste” che i residenti di quel Centro, vivaci e intraprendenti, organizzano con una certa frequenza. Invece mi dissero che stavano preparandosi per la messa. Don Lidio, il sacerdote che si è offerto spontaneamente di seguire la piccola comunità dei residenti, arrivò qualche minuto dopo per la celebrazione dell’Eucarestia.
L’incontrare questo “prete volontario” è stato per me il dono dell’Assunta; le testimonianze sacerdotali di generosità e di impegno pastorale sono per me uno splendido dono che m’aiuta a tener duro, a dir di si anche quando sono stanco. Anch’io, ogni domenica, faccio il volontario nella chiesa di Carpenedo e il primo venerdì del mese a Ca’ Solaro. Questo incontro col “prete supplente” m’ha posto ancora una volta il problema di come in futuro si potrà far fronte alla carenza di preti.
Altre volte ho parlato di possibili soluzioni: sacerdozio ai coniugati, sacerdozio alle donne ed altro ancora. Questa volta, di primo acchito, m’è venuto da pensare che ci sarà meno bisogno di sacerdoti perché i praticanti diminuiscono di anno in anno; poi invece ho pensato che il buon Dio porterà avanti le sorti del “Regno” attraverso persone che, coscientemente o meno, stanno già portando avanti i valori e i contenuti più veri del messaggio di Gesù. Al mattino, infatti, Radio Radicale aveva annunciato che Pannella e i suoi compagni dedicavano il ferragosto a visitare i carcerati di Rebibbia e di Regina Coeli e subito mi sono ricordato che una delle opere di misericordia corporale recita molto precisamente: “visitare i carcerati” ed ho capito finalmente che Pannella, la Bonino e compagnia, coscienti o meno, si sono messi – e da tempo – al servizio di Gesù e del Regno, facendo quello che i “discepoli ufficiali” non fanno più.
Ho capito che nel mondo ci sono persone, movimenti e realtà che, magari senza saperlo né loro né noi, lavorano con coraggio, generosità e spirito di sacrificio, per il Regno. Quanti sono in questo mondo gli amanti della giustizia, gli operatori di pace? Questi sono operai del Regno, il quale quindi si afferma anche senza preti.
Proprio in questi giorni ho letto un pensiero amaro di don Lorenzo Milani dei tempi in cui i comunisti erano in auge: annota il priore di Barbana con una certa sorpresa ed una certa stizza: “La Chiesa sta permettendo ai comunisti di acquisire quasi tutto il merito nella lotta per la giustizia a favore degli sfruttati!” Mentre noi siamo preoccupati più di ogni dire per le messe, non ci accorgiamo che nel nostro mondo sono sempre di più coloro che sono impegnati per la pace, la libertà, la giustizia… E che cosa sono i valori del Regno se non questi?
Penso che sia ora di aprire gli occhi e di accorgerci che il buon Dio porta avanti anche senza di noi il suo progetto e che la Chiesa dello Spirito ha sempre più ministri e fedeli.
20.08.2013