Sarei molto felice se in merito all’evento di questi giorni si potesse dire: “La politica e lo Stato hanno finalmente vinto Berlusconi, la sua filosofia e il suo stile di governare”. Mentre è fin troppo evidente che almeno una certa corrente della magistratura, dopo vent’anni di tentativi, dopo aver fatto spendere al Paese una montagna di denaro e dopo essersi squalificata per una partigianeria patente, pare sia riuscita a metter fuori gioco questo attore che è rimasto sul palco per tanto tempo.
Io riconosco a Berlusconi indubbie capacità imprenditoriali, però ho qualche dubbio se la sua scalata al potere economico e politico sia stata tutto merito suo o se si sia avvalso dell’appoggio, fin troppo scoperto, di Craxi e del suo partito. Il comportamento di questo protagonista lo reputo assolutamente immorale; l’uomo è indegno di rappresentare il Paese e neppure penso che il suo modo di governare l’Italia, pur talvolta con maggioranza, sia riuscito a dare benessere, giustizia sociale ed ordine civile. Lo ritengo uno statista pieno di sé, spaccone e poco concludente.
Detto questo, con molta chiarezza devo pur confessare con infinita tristezza che l’atteggiamento di una certa parte della magistratura, apertamente schierata, abbia ottenuto una povera vittoria di Pirro e abbia trascinato in un terribile discredito la giustizia e chi l’amministra, facendo pagare un prezzo anche alla gran parte di magistrati seri che stanno facendo il loro lavoro con dignità, saggezza ed impegno. Io sono assolutamente con Renzi che ha affermato più volte che i politici si possono e si debbono combattere solamente col voto.
Riconosco l’estrema delicatezza del compito del magistrato e perciò la grande difficoltà di esercitare questa professione, però ritengo che pure i magistrati debbano rispondere dei loro errori, debbano essere cacciati dalla magistratura senza misericordia alcuna quando manifestano solamente simpatia verso uomini o movimenti di parte, e finalmente non si permetta loro di voler ritenersi padreterni, ma si facciano scendere al livello dei comuni mortali, perché non sono più, né meno, dei medici, degli insegnanti, dei preti, degli artigiani, dei contadini. Sono uomini come tutti e hanno solamente i diritti e i doveri che competono ad ogni cittadino.
So che su questo argomento mi tornerebbe conto fare un “fervorino” che non turba nessuno, ma ritengo che il compito profetico che compete ai credenti sia anche quello di sporcarsi le mani sulle cose che riguardano la vita e le sue vicende. Tutto ciò non mi ha impedito, anzi mi ha facilitato la preghiera per Berlusconi, per chi l’ha giudicato in questi vent’anni e per tutti coloro che, come Travaglio, pensano che la condanna a Berlusconi salvi la Patria!
04.08.2013
la morale non sta mai tanto nella ricchezza quanto la ricchezza sta nella povertà