“Dignità”

La presidente della Camera ha fatto oggi visita ai carcerati di Regina Coeli. I detenuti l’hanno accolta al grido: «dignità, dignità!». La signora Boldrini ha affermato che condivideva le richieste dei detenuti di rendere più umano e più civile il carcere italiano. Ora spero che lo faccia.

I miei amici sanno che io sono profondamente convinto che anche il peggior delinquente può redimersi perché l’uomo non rimane quasi mai fermo nell’atto in cui ha mancato contro la legge. Guai se la sua posizione rimanesse statica sulla sua colpa come quella che appare dallo scatto di una macchina fotografica; l’uomo è in costante evoluzione.

Tutti sanno che la condizione carceraria in Italia è veramente tragica e insopportabile, tanto che lo Stato neppure tenta di rieducare i detenuti, ma col suo atteggiamento disumano li rende più indifferenti, rancorosi e arrabbiati con la società. La Lega e Italia dei Valori si sono sempre distinte per essere forcaiole ma ora, a motivo della disfatta elettorale, sono, sia l’una che l’altra, in forte declino e quindi quasi fuori gioco.

Per fortuna i due ultimi ministri della Giustizia, la Severino e, ora, la Cancellieri, sono per un immediato sfollamento delle carceri attraverso dei provvedimenti che favoriscono pene alternative più umane e anche meno onerose per la collettività, anzi vantaggiose, in modo che i detenuti si paghino il periodo di pena e pure concorrano al bene del Paese con il loro lavoro. Non si capisce perciò perché un provvedimento che non peserebbe sulle casse disastrate dello Stato, non sia preso subito senza tante lungaggini e perplessità.

Il Governo dispone di voti più che sufficienti per poter emanare una legge in proposito. Mi sorprende che la presidente dell’organo deliberante del nostro Stato, che s’è dichiarata consenziente alle richieste dei detenuti, non si attivi e non metta all’ordine del giorno un provvedimento che risolva almeno le cose possibili.

Qualche tempo fa ho pubblicato un grido di angoscia di un certo Musumeci, ergastolano condannato al carcere a vita, che ha affermato: «Se non volete far altro, uccideteci subito piuttosto che prolungare la nostra tortura fino all’ultimo respiro».

I problemi del nostro Paese sono pressoché infiniti, però non capisco perché non si risolvano subito quelli che non solo non costano nulla ma che forse potrebbero rinsanguare le casse dello Stato.

24.07.2013

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