So che il terreno è viscido e pericoloso, però ritengo giusto fare una riflessione che forse non porta da nessuna parte, ma che credo sia un’angolatura da non trascurare nel guardare questo problema.
Fino a poco tempo fa avevo pensato che il signor Mazzacurati, responsabile del Mose, fosse quasi un santo padre della Chiesa. Sapevo che è stato per molto tempo presidente della banca degli occhi, la splendida realtà di Mestre, sapevo che era noto per essere un benefattore di svariate iniziative benefiche, tanto che pur non conoscendolo personalmente mi ero fatto una buona opinione di questo signore che poi, contro tutti, stava portando avanti la mastodontica impresa che, sola, potrà salvare Venezia dallo sprofondare nella melma della laguna.
Tutti ricorderanno che la sinistra, i centri sociali e tanti altri da qualche anno, contro quest’opera gigantesca e ogni altra grande opera, incoraggiavano e reclutavano i “No tutto!”. Credo che solo Mazzacurati e qualche altro abbiano tenuto testa a questa opposizione.
Ora Mazzacurati e molti suoi collaboratori pare siano stati trovati con le mani nel sacco e “dalle stelle siano caduti nelle stalle”, come esprime bene un detto della nostra gente.
Non so se mi sbaglio ma mi pare, vedendo lo scenario che la stampa offre ogni giorno, che le imprese o imbrogliano o falliscono. So per esperienza personale quanto l’uomo sia fragile, quanto il denaro lusinghi, però mi viene un dubbio: non faccio che sentire che imprese chiudono, altre falliscono, altre delocalizzano, altre provano a sganciarsi dalla Confindustria, altre tentano contratti con alcuni sindacati, escludendone altri che invece poi la magistratura reinserisce. E quelle aziende che rimangono in piedi mi pare che ad una ad una la Finanza o la Magistratura scoprano che evadono.
Ieri ho sentito la sentenza contro Marchionne e a favore di Landini della FIOM. Non mi meraviglierei se un giorno o l’altro Marchionne annunciasse: «La Fiat si sposta in America», riducendo le fabbriche di Torino a dei ruderi come quelle di Marghera.
Tutto ciò mi pone una domanda insidiosa e quanto mai amara: “Che tutto questo non avvenga anche a causa dei sindacati, della finanza, della magistratura, della burocrazia e dello Stato?”, i quali rendono impossibile alle industrie sopravvivere se non rubando, evadendo e pagando connivenze?
Mi vien da pensare che sindacati, Finanza, Magistratura, burocrazia statale e parastatale, Parlamento e Governo costino più del costo fattosi pagare per perseguirne le evasioni delle industrie italiane che finora sono sopravvissute. Spero tanto che il mio dubbio non sia vero, se no sarebbe un grosso guaio.
23.07.2013