La danza del ventre

Ho confessato più volte che, in questa tarda stagione della mia vita, sono diventato un fanatico ricercatore e raccoglitore di buone notizie.

Qualcuno ricorderà la rubrica che ho tenuto per molti anni su “Lettera aperta” il vecchio periodico della parrocchia di Carpenedo “Il fioretto della settimana”.

Raccoglievo episodi minuti, semplici ma che tutto sommato presentavano particolari del volto positivo della vita. La gente mi pareva ne fosse contenta, difatti quando scrivevo qualcosa di amaro e di triste trovava il modo di farmi capire che dal loro parroco si aspettavano sempre qualcosa che facesse scoprire il volto più bello della vita.

Questo desiderio e questa scelta la nutro ancora, però da qualche tempo mi pare di imbattermi solamente su cardi, ortiche ed erbacce!

Purtroppo anche oggi debbo confessare che la mia attenzione si è fermata su un’erbaccia che è emersa sul prato abbastanza ordinato di questa giornata di inizio inverno.

E’ venuto a trovarmi un giovane professionista per raccontarmi una delle tante tristi e fallimentari storie coniugali. Tutte le parole del suo lungo parlare erano intrise di tristezza, desolazione, rimpianto, ma soprattutto di preoccupazione per la sua creaturina che sta sbocciando in un ambiente brullo, bruciato ed arido mentre avrebbe bisogno di rugiada, tenerezza, di sogni e di poesie.

“Mia moglie torna tardi, perché si è iscritta ad un gruppo che si dedica alla danza del ventre!”

Io non frequento, evidentemente perché prete perché vecchio e soprattutto perchè amante del bello, spettacoli del genere; per caso ad una cena organizzata dall’AVAPO, ho avuto modo però di assistere ad un intermezzo del genere, penando alquanto nella preoccupazione che scivolasse il gonnellino all’improvvisata odalisca.

Come si è ridotta “l’angelo della casa” in questo povero mondo!

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