Ieri sera sono stato attaccato al televisore fino a mezzanotte. Per caso mi sono imbattuto in un programma de “La7”, diretto da Mentana, in cui Matteo Renzi rispondeva alle domande pressanti di due politologi di sinistra dei quali non ricordo il nome ma che più volte ho incontrato nella rubrica “Anno zero”.
Il fuoco di fila di domande, ma soprattutto di insinuazioni fu tale e così intenso e prolungato, che per fortuna del sindaco di Firenze, solamente la “pubblicità” gli permise ogni tanto di tirare un respiro di sollievo.
A mezzanotte ho deciso di spegnere il televisore perché alle cinque di oggi la mia sveglietta avrebbe suonato imperturbabile per nulla preoccupata di sapere se ho dormito e quanto ho dormito.
Ho visto Renzi stanco, ma vigile, lucido, determinato a rintuzzare con la consueta arguzia della sua parlata toscana le battute sempre faziose, ma talora anche sarcastiche, dei suoi interlocutori. Io ho tifato per Renzi; se non fossi stato nel chiuso della mia cameretta, mi sarei spellato le mani per le affermazioni convinte di questo giovane politico, che spero ambisca al potere non per superbia o tornaconto, ma per il bene del nostro Paese, così come avrei diretto tutte le parolacce che conosco ai suoi interlocutori che, ripeto, ho sentito talmente faziosi che credo nessuno al mondo riuscirebbe non solo a far loro cambiare idea, ma a ridurli al silenzio di fronte all’evidenza.
Ho ammirato Renzi perché più volte ha affermato che anteponeva gli interessi dell’Italia a qualsiasi altro interesse di partito o fazione. Ho ammirato Renzi perché, senza complessi, ha detto che è stato scout e che è cattolico ed io, che di queste cose penso di intendermene, ho avvertito quanto fosse coerente all’educazione che lo scoutismo e la Chiesa tentano di passare ai nostri ragazzi. Ho ammirato Renzi perché s’è dimostrato libero, pur essendo evidente che gli piacerebbe essere Capo del Governo per far andar meglio i destini del nostro Paese. Anche mia madre di fronte a papà che difendeva sempre e comunque la Democrazia Cristiana anche quando non era difendibile, sbottava: “Vorrei andare io al Governo per far andar dritte le cose!”
Comunque mi pare che Renzi sia sufficientemente libero da rinunciare a questa prospettiva pur di rimanere fedele alle sue convinzioni. M’è spiaciuto di chiudere la TV prima della fine dell’intervista, non solo per il sonno, ma pure perché ero talmente schifato dalla faziosità e dalla meschinità intellettuale dei suoi interlocutori, che sono stato “costretto” a farlo.
18.07.2013