il bello e il ridicolo

Ho raccontato ancora che la sagra nella mia vecchia parrocchia aveva fatto il miracolo che né la mia attività pastorale né le mie preghiere erano mai riuscite a fare in tanti anni.

A Carpenedo c’erano quelli della parrocchia e quelli del partito comunista, quelli che venivano in chiesa e quelli che se ne stavano seduti presso il “Bar Centrale” della piazza. Pur essendo stati battezzati, cresimati e sposati, gli uni e gli altri, in chiesa, sembrava che tra loro passasse la grande muraglia cinese a tenerli ben separati.

Fortuna volle che, partendo dalle sagre organizzate dal partito comunista, mi chiesi perché non se ne potesse organizzare una anche in parrocchia. Per raggiungere più facilmente l’obiettivo di riavvicinare i “due popoli”, tentai così di mettere in piedi una “sagra laica” fatta in parrocchia, però mantenendola soltanto “sagra”, quindi: la balera, le crosticine, il tiro a segno e quant’altro, ma niente funzioni religiose o “esche” di ordine ecclesiastico. Fu un successo! Ed un successo che dura da vent’anni!

Non è che vi siano state vistose conversioni, però si arrivò a quell’incontro e a quel dialogo fra le due componenti del vecchio paese che io avevo auspicato fin dal mio primo arrivo in parrocchia.

Lasciando la parrocchia, ho lasciato pure questa iniziativa, ben poco religiosa secondo la prassi ecclesiastica, ma quanto mai vantaggiosa per altri motivi. Non è che nel passato non abbia avuto qualche tribolazione, perché i vicini erano insofferenti per la musica, perché c’era un ingorgo di biciclette e per mille altri motivi che affiorano quando una parrocchia fa qualcosa. In genere dalla parrocchia si pretende tutto, ma purtroppo spesso non si è disposti a concedere nulla.

Quest’anno mi è capitato di incontrare il responsabile della sagra, che ai miei tempi era un ragazzino, e il motivo dell’incontro verteva proprio sulla sagra: perché è arrivata una multa salata avendo i volontari spostato provvisoriamente i cassonetti della raccolta degli indumenti su via Manzoni, che è poi per due terzi di proprietà della parrocchia.

Non ricordo e non credo che ci sia mai stato tanto zelo da parte dei vigili i quali quando servono sono quasi sempre rintanati negli uffici. Ma il colmo dei colmi lo raggiunsero per aver spiccato una multa perché i volontari della sagra avevano fissato uno striscione su uno squallido muraglione che nasconde le belle linee della Villa veneta dei patrizi Michiel.

La motivazione della multa era poi proprio da farsa: il reato consisteva nell’aver appeso lo striscione senza aver richiesto preventivamente il permesso alla Sovrintendenza alle Belle Arti, in quanto il muro è “monumentale”. Quando, semmai, non si capisce come la Sovrintendenza non abbia ancora fatto abbattere quella bruttura!

Le varie burocrazie sembrano proprio insuperabili nella loro stupidità!

19.07.2013

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