Qualche giorno fa don Gianni, il giovane presidente della Fondazione Carpinetum, ha invitato i membri del consiglio di amministrazione e me – nominato, per affetto, direttore generale – ad una cena di lavoro presso la canonica in parrocchia di Carpenedo. Avevamo sul tappeto mille cose da decidere e, tutti, poco tempo da mettere a disposizione per queste cose seppur importanti, e don Gianni, solo in questa grande ed articolata parrocchia, meno di tutti.
La convocazione era fissata per le 18.00, ma il giovane parroco presidente è arrivato con mezz’ora di ritardo avendo avuto un contrattempo i pullman che avevano portato i ragazzi del grest a Caorle. Giunse nella sala della riunione come una maschera di fatica: sudato, col volto arrossato, negli occhi la stanchezza di un’intera giornata passata al lido di Caorle con i 150 ragazzi della parrocchia che quest’anno partecipano alle attività del grest.
D’istinto gli avrei detto: «Va a letto!». Don Gianni, fortunatamente, è giovane, e dopo una rinfrescatina sotto il rubinetto d’acqua fredda e un riassetto al vestito, pur stanco, s’è buttato a capofitto sui problemi del “don Vecchi 5”, del villaggio di accoglienza degli Arzeroni, sul progetto di una sistemazione conveniente e definitiva del polo di attività solidali delle associazioni di volontariato al “don Vecchi”.
La riunione è stata quanto mai intensa perché don Gianni ci comunicò che sarebbe rimasto assente dalla parrocchia nei mesi di luglio e agosto e l’indomani sarebbe partito con 58 ragazzi e 15 animatori per la Malga dei Faggi, la bellissima casa di montagna della parrocchia, ove ogni 15 giorni si susseguiranno gruppi di ragazzi e di giovani per le vacanze estive e, contemporaneamente, avrebbe diviso il suo tempo con i campi estivi dei 200 scout della parrocchia.
Spesso si dice male dei preti, però ve ne sono anche di veramente eroici che si spremono fino all’osso. Quello che tanti dei nostri preti fanno durante l’estate a favore del mondo dei ragazzi e dei giovani è veramente meraviglioso. Questi ragazzi legheranno per tutta la vita l’avventura, la scoperta del mondo, del vivere assieme, ai valori più importanti che il sacerdote, che divide tempo, gioco e riflessione con loro, passa alle loro coscienze ancora aperte al messaggio cristiano.
Domani quei ragazzi, diventati adulti, quando ritorneranno ai giorni e alle esperienze piene di fascino della loro bella età, troveranno indissolubilmente legati a quei ricordi, la figura di un prete e le proposte ideali che egli ha donato loro durante queste avventure estive vissute tra i boschi, i prati delle nostre montagne.
Qualche tempo fa scrissi della mia meraviglia nello scoprire che tra le persone importanti del nostro Paese, persone che hanno in mano le sorti dell `economia, della politica, della sanità e quant’altro, ci sono i ragazzini che un tempo hanno dormito sotto la tenda, hanno scalato i nostri monti, guidati da un prete che li ha amati come i loro figli. I preti, quando sono bravi e generosi, rappresentano un’autentica risorsa per la nostra società e per il nostro domani. Credo che veramente meritino il grazie delle nostre famiglie e del nostro Paese.
(scritto il 30.06.2013)