La preghiera

Sto facendo gli esercizi spirituali “assieme” a Papa Benedetto e i cardinali della curia romana.

Qualcuno si chiederà come mai sono stato chiamato a tale onore. La cosa è più semplice di quanto si possa immaginare. Circa un paio di mesi fa una delle tante persone care che mi onorano della loro amicizia e che dimostrano affetto a questo vecchio prete, mi ha regalato un bel volume del cardinal Ravasi, il prete milanese chiamato in Vaticano da Papa Benedetto a fungere da “ministro della cultura”. Il volume contiene le meditazioni che il cardinale ha tenuto al Papa e alla curia vaticana in occasione degli esercizi spirituali di febbraio di quest’anno.

Evidentemente l’illustre prelato non predicava a braccio, ma ha letto un testo scritto che poi ha usato per il volume che la Casa editrice Mondadori ha ritenuto opportuno stampare. Le meditazioni sono dense, erudite, ricche di  citazioni non solamente bibliche, ma spaziano sulla cultura dei secoli passati e riportano pure con abbondanza il pensiero corrente sia del mondo religioso che di quello laico.

Il testo è talmente denso di pensiero che procedo con estrema lentezza e con l’amarezza, da un lato, di constatare i miei limiti, e dall’altro lato l’estrema difficoltà di ritenere tante “perle preziose” che questo prelato, estremamente intelligente e colto, semina a piene mani.

Il Papa e la Curia romana hanno ascoltato Ravasi per una settimana, ossia per quanto dura un corso di esercizi spirituali, mentre io sarei contento se ci mettesse tre, quattro mesi per ascoltare un sacerdote così dotto nelle cose dell’uomo e di Dio.

Mentre procedo nella lettura di queste meditazioni che riguardano principalmente la preghiera, sono portato a confrontarle con le mie povere nozioni ed esperienze su questo argomento così fondamentale nei rapporti con Dio, concludendo che, pur ammirando la visione profonda e vasta di questo uomo di cultura, dovrò fatalmente rifarmi ai concetti tanto semplici che mi sono familiari ed usare ancora le vecchie formule che mi hanno accompagnato per tutta la mia lunga vita.

Una anziana signora dell’Azione Cattolica di San Lorenzo era solita ripetere: “Ogni spirito loda il Signore”, per affermare che ognuno si rivolge e colloquia col Padre celeste in relazione alle sue risorse, alla sua sensibilità e alla sua cultura.

Io per tanti anni a questo proposito mi son rifatto alla confidenza di uno dei miei scout il quale affermava: «Per me pregare è chiacchierare con Dio». Quante volte, seduto in un banco della mia vecchia chiesa in momenti di solitudine non ho raccontato le mie cose al grande Cristo del `300 che incombe sul presbiterio. Sempre ho trovato ristoro e pace e sempre m’è parso che Egli mi offrisse risposte rasserenanti, anche se il mio colloquio “volava molto più basso” di quello del cardinal Ravasi.

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