Metastasi

Quando scrivo queste note è fine giugno e suppongo che esse “vedano la luce” all’inizio di settembre. Il motivo è sempre lo stesso: il mio è un esercito di volontari, ed essi le ferie le decidono da soli e non quando “il capo” ritiene opportuno dargliele. Quindi basta che uno degli anelli della filiera si interrompa perché tutta la catena vada in tilt.

Faccio questa premessa perché in settembre l’evento su cui voglio riflettere sarà “morto e sepolto”, però credo che la sostanza del discorso sia valida sempre.

Oggi i giornali parlano della condanna inflitta dai giudici di Milano a Silvio Berlusconi. Vorrei, pur da ultimo, dire la mia. Dicono che le condanne non si discutono, io non l’ho mai capito. Può darsi che i giudici siano ritenuti, da qualche interessato, dei superuomini e non comuni mortali soggetti alle tentazioni dell’orgoglio, della vendetta e della faziosità: io non la penso così.

Premetto, a scanso di equivoci, che l’Italia ne ha avuto fin troppo di Berlusconi, ritengo che lo si debba mettere da parte per sempre perché, per colpa o per malattia, non si è dimostrato degno di rappresentare una nazione. Quindi ritengo giusto che i magistrati, non per un singolo reato, ma per una valutazione globale sulla condotta di questo signore, suggeriscano al popolo italiano di metterlo definitivamente da parte col loro voto.

Detto questo però, metterei definitivamente da parte anche i giudici milanesi. Ci hanno messo non un paio, ma cinquanta udienze e due anni di tempo per condannarlo per un reato per il quale dovremmo condannare mezza Italia. Infatti tutte le strade sono piene di povere ragazze di tutti i popoli e di tutte le età, che si vendono ad un numero infinito di altri “Berlusconi”. Mi piacerebbe sapere poi quanto quei giudici hanno fatto pagare al popolo italiano quella loro condanna e quanto ci costerà ancora l’imputazione di falso ai trenta testimoni a favore di Berlusconi.

In questo momento di crisi economica questo sperpero di tempo, di denaro e di credibilità di un apparato importante dello Stato è pure un grave delitto degno di galera!

Ritengo che il processo di Milano ci abbia condannato un po’ tutti, ma soprattutto i poveri cittadini inermi che devono subire l’immoralità, le prepotenze, gli intrighi e le faziosità di qualcuno che ha molti soldi o che è comunque ben pagato. Povera Italia! Il contagio ormai s’è diffuso, siamo alla metastasi! Se non avviene un miracolo e se la Provvidenza non ci manda un San Francesco o un Savonarola, ho paura che ci sia poco da sperare!

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