Da sempre cerco di avere un rapporto umano con le persone che incontro, sia che le incontri personalmente, sia che “l’incontro” avvenga a mezzo stampa o televisione. Mi pare disumano e mortificante il formarsi di un “casellario” personale in cui collocare ogni individuo col quale si viene a conoscenza, inscrivendolo secondo il criterio della sua funzione sociale, dell’estrazione culturale o della scelta religiosa. Mi piace incontrare le persone nella loro calda umanità.
Faccio questa premessa facendo riferimento ad una mia “confidenza pubblica” di qualche tempo fa, quando scrissi che mi era spiaciuto che a Bersani fosse scoppiato in mano il sogno di diventare capo del governo – quando ne aveva avuto finalmente la tanto desiderata occasione – a causa del suo rifiuto radicale di accettare il “nemico” Berlusconi e mi era spiaciuto il suo umiliante tentativo di mendicare la collaborazione di Grillo, ricevendone invece un calcio in bocca.
Con Bersani non ho mai avuto motivi di amicizia, ma ultimamente mi era sembrato un brav’uomo e m’è spiaciuta la sua delusione e la sua sconfitta dopo che da una vita lottava per diventare presidente del consiglio. Però in questi giorni ho paura di dovermi ricredere per un motivo che non so quanti possano condividere, ma per uno come me che va al sodo e sogna il bene della nostra gente, è difficile proprio da capire e da accettare.
Vengo ai fatti: Letta, su spinta di Napolitano e soprattutto per il dramma tragico in cui vive l’Italia, è riuscito a mettere insieme centrodestra e centrosinistra. Pare che, tutto sommato, riesca a far convivere questi partiti che, alla fin fine, sono nati dalla stessa madre patria e sono della stessa famiglia. In Italia non so chi abbia inventato o che cosa abbia causato la formula nefasta che governo e opposizione debbano sempre litigare e scontrarsi, o meglio lo so bene: l’ambizione, l’egoismo, le poltrone, le carriere, il partito.
Ora non dovrebbe essere una situazione mal sopportata che finalmente dei “fratelli” della stessa famiglia facciano la pace e lavorino assieme. Dovrebbe essere sempre così. Signor no! Pierluigi intravede che potrebbe cacciare Berlusconi e i suoi col favorire una congiura di palazzo trescando con alcuni elementi di Grillo ed arrischia di creare una nuova crisi nella speranza di poter cavalcare questa nuova opportunità.
Caro Pierluigi, mi hai deluso! Ti avevo promesso un’Avemaria perché trovassi un po’ di pace, non ritiro la promessa, però sappi che per quella strada non si va da nessuna parte.