Nella Chiesa le proposte si susseguono con ritmi assai sostenuti. Specie quelli che sono gli “addetti ai lavori”, specialisti in teologia, in esegetica o semplicemente in pedagogia, elaborano piani, progetti ed iniziative di carattere pastorale a getto continuo. Io però ho spesso la sensazione che essi assomiglino ad un locomotore ultimo modello, elefante assai veloce che sfreccia sempre più rapido. Il guaio però è che mi sembra che i vagoni dei viaggiatori, come pure i carri merce – non so per quale motivo – si siano sganciati e rimangano fermi sulle rotaie, anzi rischino di retrocedere per forza d’inerzia.
Stiamo terminando “l’anno della fede”, ora non so quale altro aspetto del vivere cristiano sarà proposto al popolo di Dio, ma il grosso della Chiesa, nonostante le sottigliezze degli esperti e i loro artifici, rimane fermo, anzi talvolta ho l’impressione che retroceda constatando fatti concreti che sono sotto gli occhi di tutti: più della metà dei giovani non si sposano più in chiesa, i confessionali fanno le ragnatele, i bimbi non battezzati sono sempre più numerosi; per non parlare dei separati, dei divorziati, della morale per i fidanzati, gli sposati, che corre su un binario proprio, non certo quello proposto dalla catechesi. La partecipazione alla messa festiva non arriva al venti per cento dei battezzati ed altro ancora.
Nelle inchieste fatte fare dai giornali si viene a sapere che anche nel nostro Veneto, che è considerato la Vandea d’Italia, si fa sempre più strada una “religione fai da te”…., dove ognuno si costruisce dei principi, la morale che più gli aggrada. La religione ufficiale rimane ferma e immobile, mentre la religiosità del popolo sta orientandosi per conto proprio, accettando ancora, in maniera formale, i riti cristiani, vivendo come ad ognuno aggrada, orientandosi a vista, senza ribellioni e ammutinamenti di sorta, senza crisi interiori; comunque il divergere è sotto gli occhi di tutti. Non ci sono scismi o eresie, però si ha l’impressione che ormai siano sempre meno i fedeli che seguono “gli ufficiali”.
Già dissi in passato che secondo me bisognerebbe ripensare il tutto, proporre la sostanza con nuove modalità, anche perché il modo di vivere la fede oggi mi pare ben diverso da quello dei tempi delle prime comunità cristiane che avevano una religiosità ben più essenziale e meno sofisticata.
Io che non ho di certo le qualità del riformatore, per ora mi limito ad auspicare e pregare per chi potrebbe salvare l’essenziale e buttare a mare “la zavorra”.