Sulla crisi economica

Mi pare di essere tornato ai tempi dell’ultima guerra mondiale: allora la radio trasmetteva ogni giorno “il bollettino di guerra” che comunicava gli aerei nemici abbattuti, i carri armati distrutti i prigionieri catturati.

Ora i termini usati sono un po’ diversi perché ogni giorno si parla delle centinaia di milioni di euro di capitalizzazione che sono ogni giorno bruciati, di indici negativi registrati dalle borse d’America, d’Europa o d’Asia.

Dapprima ho fatto un po’ fatica a capire questi “roghi” informatici, poi pian piano, ho finalmente compreso che le valute non rappresentavano più la ricchezza reale, ma rappresentano un mondo fasullo e fumoso, costruito ad arte, da agenti di borsa, pseudo operatori economici e furfanti di ogni risma che campano da nababbi sul sudore dei poveri e succhiano come vampiri i risparmi che la povera gente accumula per la vecchiaia o per i tempi difficili. In mezzo a questa guerra di euro e di dollari, di banche e di borse noi, gente che non conta, siamo come i civili inermi ed impotenti, che sperano aiuto solamente dal cielo.

La mia pensione finora, almeno finché vivo al don Vecchi, mi garantisce una vita relativamente tranquilla, non avendo bisogno né della mercedes, né di viaggi culturali transoceanici, né di vacanze alle Maldive. Quello che però mi preoccupa veramente sono i miei coinquilini dalla pensione di 516 euro al mese, costoro mi sembrano dei naufraghi aggrappati disperatamente al relitto del libretto della pensione.

Non so quanto potranno resistere, o se la guerra di cifre e di perdite in borsa li colpirà ulteriormente?

Prego che il buon Dio mi dia una mano per offrire anch’io a loro una mano, prima che affoghiamo assieme!

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