La Biennale

Ci risiamo! Ad anni alterni arrivano a Venezia gli “artisti” di tutto il mondo, non a portarci un messaggio di armonia e di bellezza, ma per propinarci le stravaganze, le brutture e le peggiori profanazioni dell’uomo e della natura, riempiendo la nostra città – che si può definire senza timori di smentita, “il tempio dello splendore, dell’armonia e dell’arte” – di mostruosità che dissacrano non solo il senso del bello, ma le più elementari norme del buon gusto e della correttezza.

Io non so quanto ci costi la Biennale e neppure che cosa si ricavi da questa rassegna di cose strampalate e spesso disgustose, ma anche se i vantaggi economici fossero positivi, non so se sia giusto prestarci ad accogliere il frutto di menti malate ed irrequiete.

Dicono che gli alberghi hanno il pieno per la Biennale e che arrivano i vip del mondo intero, però questo evento che è contrabbandato sotto il paravento prestigioso dell’arte, ritengo che sia invece quanto mai diseducativo e che favorisca il fenomeno già incombente di un modo di vestire, di parlare e di comportarsi di cattivo gusto, che è già sfociato nel bullismo dei nostri ragazzi e nel vivere sgangherato di una parte ormai consistente della nostra gente.

Ci sarà qualcuno che mi farà osservare che per la Biennale vengono personaggi di ogni Paese; io ritengo che essi siano i soliti perditempo arricchiti sulla sofferenza dei poveri e che siano del tutto simili a chi un tempo andava a vedere curiosità come i nani e i grassoni dei baracconi nelle fiere paesane.

Prestarci a questo imbarbarimento di costume ritengo che sia quanto mai deplorevole da parte della nostra amministrazione comunale, la quale ha il compito non solo di preoccuparsi del benessere dei cittadini, ma anche quello di promuovere la qualità della vita e della crescita civile.

Do per scontato che qualcuno della intelligentia, o illuso di appartenervi, mi accuserà di oscurantismo, però sento doveroso e ritengo giusto dar voce a tanta povera gente che lavora, suda e soffre, mentre tanto denaro pubblico va sprecato per qualcosa di brutto e sconveniente. Io di certo non andrò alla Biennale, perché mi è già di troppo scorgere ogni giorno le immagini delle “opere d’arte” che abbrutiscono Venezia e leggere le critiche talvolta ironiche e talora codine che appaiono sui giornali e credo che, come me, il nostro popolo non perderà tempo per vedere direttamente la dissacrazione del bello e del sensato.

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