Questa mattina, iniziando la santa messa, come sempre ho invitato i fedeli a fare l’esame di coscienza per chiedere perdono a Dio e ai fratelli prima di presentarci all’incontro col Signore. Gesù infatti, nella parabola “dell’invito a nozze”, insegna che è vero che “il re” disse ai suoi servi di invitare tutti, poveri ed infelici, però, quando questa folla di miserabili si presentò per le nozze, pretese che avessero “l’abito nuziale”, ossia un atteggiamento decoroso e conveniente. Il Signore accetta tutti: storpi, sciancati e peccatori, però pretende che “ci laviamo mani e cuore” prima di far festa con Lui.
Normalmente, per non lasciarmi irretire dalla solita formula che l’abitudine svilisce, tento di rifarmi a qualche immagine o pensiero che desti dall’istintivo torpore. Questa mattina, improvvisando, dissi: «Prima di iniziare questo giorno assolutamente nuovo – perché nessuno di noi l’ha mai vissuto prima d’ora – purifichiamo col pentimento la nostra coscienza prima di aprirci a questo dialogo che Gesù ci offre l’opportunità di avere».
Mentre pronunciavo queste parole, fui “folgorato” da questa strana sensazione: “Oggi non vivo uno dei tanti giorni della mia lunga vita, giorni pressoché tutti uguali, monotoni e facenti parte del “terribile quotidiano”, ma avrò la splendida opportunità di esplorare e scoprire una realtà sconosciuta, di cui finora non ho mai fatto esperienza”.
Una volta finita la messa sono quasi stato costretto a pensare alla nuova avventura, alla scoperta di un giorno tutto nuovo, fatto di sensazioni, parole, incontri, volti, immagini e atmosfere finora mai incontrate nella loro concatenazione mai uguale.
Avevo in programma di andare a Chirignago da mio fratello, don Roberto, per parlargli di una cosa che mi stava tanto a cuore. Ho visto con estrema curiosità la sua casa, i suoi collaboratori, i suoi quadri, l’atmosfera della sua parrocchia, i fiori e le piante del suo giardino. Finito fin troppo presto l’incontro, con esito non troppo soddisfacente, ho fatto un salto al “don Vecchi” di Campalto e ho visto il riordino dell’ingresso, la crescita della chiesa copta, tutta cupole e pinnacoli, le donne sedute sul muretto dell’aiuola a chiacchierare.
Confesso che per tutto il giorno non ho fatto altro che scoprire cose interessantissime: parole, colori, volti, odori, sensazioni meritevoli di attenzione, anzi di stupore e meraviglia.
C’è della gente che sente il bisogno di andare alle Maldive o a Capo Nord per vedere cose nuove, mentre ha sotto gli occhi, a chilometro zero, un mondo interessantissimo e sempre nuovo da scoprire.