Il grande prato

Alla domenica, il cui pomeriggio lo considero giorno di riposo, mi concedo il lusso di seguire alcune rubriche della televisione. Il guaio però è che esse si sovrappongono. Mi piace quanto mai “L’Arena”, condotta dal bravissimo Massimo Giletti, anche se ho scoperto che c’è un cast di giornalisti di professione che tessono il contradditorio, comunque mi pare che la rubrica faccia emergere le contraddizioni, le magagne e le assurdità del nostro Paese. Mi piace pure “Mezz’ora”, condotta dalla Annunziata, la giornalista di sinistra per la quale ho un rapporto di “amore-odio”. La ritengo però una donna intelligente e preparata che fa emergere quasi sempre le vere convinzioni dei personaggi di spessore sociale che intervista.

Infine mi piacerebbe seguire anche la rubrica “Alle falde del Kilimangiaro”, condotta dalla bella e accattivante Licia Colò. Ogni volta che vedo questa donna mi vien da chiedermi: “Quanto costerà a suo marito?” Penso che abbia un guardaroba grande come un ipermercato!

Vincono però le due precedenti rubriche su quest’ultima, che pur mi piacerebbe seguire perché, pur comodamente seduto in poltrona davanti al televisore, essa mi mostra gli angoli più remoti e più belli di questo nostro mondo che, nonostante tutto, è rimasto semplicemente meraviglioso.

Ho trovato però un surrogato a questo programma, che pure è a portata di mano ed è sempre nuovo e sempre bello davvero. Il mio alloggio è composto da un salottino d’ingresso, da una cameretta e da uno studiolo. L’ingresso ha una porta che s’apre sul “corso principale” del don Vecchi, percorso ad ogni ora del giorno da pedoni e da deambulatori. L’ingresso ha pure una seconda porta-finestra che s’apre su un terrazzino che mi offre la vista di un grande campo incolto, proprietà dell’antica società dei 300 campi. Quando sono stanco di star seduto, o mi sento affaticato dal susseguirsi delle immagini offertemi dal grande televisore, mi affaccio al terrazzino ed appoggio dolcemente lo sguardo sul grande campo. Vi assicuro che non è mai uguale!

Oggi s’è vestito di un verde-giallo leggero e quanto mai leggiadro, domani o dopodomani so che sarà un quadro di Van Gogh dove il giallo luminoso dominerà incontrastato come un manto regale.

Spesso mi scopro un uomo fortunato, perché non sono costretto a cercare la bellezza in luoghi lontani perché essa bussa ogni giorno alla mia porta-finestra con abiti molto più belli di quelli della Licia del televisore.

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