Cristo è risorto. Sì, è veramente risorto

Tante e tante volte ho riflettuto in maniera appassionata ed onesta sul “mistero” cristiano della resurrezione di Gesù, “mistero” sul quale poggia la nostra lettura del senso della vita e che apre il nostro animo alla prospettiva della vita nuova.

I testi del Vangelo per certi aspetti mi disorientano perché emergono in essi incongruenze e difformità non facilmente comprensibili. Sono però arrivato pian piano a comprendere che la resurrezione non fu una folgorazione improvvisa, lucida e perentoria che appare incontrovertibile, ma è invece un processo lento, frutto di tanti apporti diversi che pian piano hanno portato la comunità cristiana a sentire ed essere certa che quanto Gesù ha detto, fatto e rappresentato è non solo meraviglioso, ma quel Gesù è ancor vivo e presente anche dopo il venerdì santo e può aprire il nostro cuore alla speranza e alla positività della vita ed offre una risposta globale ed esaustiva al nostro bisogno di verità, amore e felicità.

Comunque, in fondo a questo processo e questo cammino, rimane sempre la necessità di un atto di fede personale, non gratuito e fideista, ma che ha motivi più che validi per essere fatto. Atto di fede quanto mai razionale e che è coerente ad una logica profonda ed esistenziale che supera di gran lunga i limiti del banale ragionare di basso livello.

Credere nella Resurrezione è un fatto esistenziale che trova motivazione nel profondo del nostro essere, il quale d’istinto rifiuta un’esistenza irrazionale ed insignificante, assurda e deludente. Credo che questo atto di fede, magari in maniera contorta, informale ed inconscia, sia proprio di ogni creatura normale.

Questa mattina nella mia meditazione ho letto la confessione di un cristiano dell’Argentina che racconta che la nonna, emigrata dalla Russia, il giorno di Pasqua “sollevava la tazza da té, salutava la sua famiglia sorridendo con queste parole: “Cristo è veramente risorto!”. Mio fratello, don Roberto, scrisse un paio di anni fa nel suo bollettino parrocchiale, di un funzionario del partito comunista di Mosca che tenne una lezione di due ore ad un auditorio perplesso e silenzioso, sulla validità scientifica delle tesi dell’ateismo. Quando ebbe finito la lezione chiese se c’erano obiezioni. Si alzò un vecchio affermando con voce ferma e decisa: «Cristo è risorto!». Al che l’intero auditorio balzò in piedi quasi di scatto e ribadì: «Cristo è veramente risorto!».

Sono convinto che faccia parte dell’uomo di ogni tempo la coscienza che la vita non è un inganno ed una beffa, ma un cammino verso la pienezza. Il fatto che in Russia, dopo settant’anni di ateismo ufficiale, di oppressione, persecuzione e decine di milioni di morti, si sia ripreso l’insegnamento religioso nella scuola, ne è una prova, checché ne possa pensare lo sparuto drappello di atei militanti che ogni tanto “pontifica” anche nella nostra Italia.

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