Speranze per la presenza cristiana all’ospedale dell’Angelo

Il buon Dio è un grande artista ed un insuperabile architetto di uomini; ha pensato proprio a tutto!

Io ho ottanta anni e dovrei pensare soprattutto al tramonto e al passaggio della frontiera; eppure mi accorgo che un istinto profondo mi porta ancora a sognare, a far programmi, a progettare nuove avventure.

Questo fermento interiore forse sorretto solamente da speranze e da illusioni, mi aiuta però a non ripiegarmi in me stesso e a non ridurmi a passare il tempo tra la poltrona ed il letto.

Ho terminato da poco l’ultima avventura dell’ospedale; è stato un servizio modesto, parziale e limitato nel tempo e dalla volontà del responsabile, di questo settore pastorale, ma questa esperienza mi ha posto nella condizione di constatare le magnifiche e splendide prospettive che la chiesa veneziana ha anche in questo momento storico apparentemente poco favorevole alla proposta religiosa.

D’istinto la mia mente ed il mio cuore hanno cominciato ad elaborare progetti, linee pastorali, orizzonti per la pastorale della sofferenza.

Sono convinto che ci sono ancora delle splendide possibilità di lievitare cristianamente anche questo luogo della prova. Due mesi sono pochi e soprattutto offrono ancora meno possibilità quando il tuo compito è limitato da indicazioni precise, però credo che i sedici numeri del periodico “L’Angelo” abbiano aperto un varco, abbiano fatto sentire una presenza, abbiano offerto parole e sentimenti per dialogare con Dio.

La cappella con la sua splendida collocazione, la S. Messa vespertina, le due stanze annesse, un numero abbastanza consistente di volontari di salda matrice cristiana, potrebbero accendere una presenza cristiana calda e vitale, punto di riferimento per ammalati, medici, infermieri e familiari.

Credo che ci siano tutti i presupposti per un’azione di evangelizzazione efficace e costruttiva. Io avrei anche sognato che il giovane e il vecchio clero di Mestre si fossero fatti carico, con un po’ di buona volontà, anche di questo settore così delicato e significativo, ma andrà anche bene se il nuovo giovane sacerdote straniero potrà coagulare persone ed opportunità per realizzare il Regno anche in questo piccolo mondo della prova e della sofferenza.

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