In clinica a Padova, purtroppo, sono diventato, un po’ alla volta, uno di casa. Credo che non capiti troppo spesso, neanche nella celebre clinica patavina, di ricoverare un vecchio prete dalla capigliatura folta, bianca e scapigliata, che entra ad intervalli abbastanza regolari.
Per i “compagni di sventura” sono sempre un illustre sconosciuto perché, specie nel reparto in cui mi ricoverano, c’è un rapido turn over di pazienti, ma medici, infermieri, inservienti e volontari ormai mi considerano uno di famiglia e mi trattano con bonomia ed affetto, cosa che mi fa sempre molto piacere. Sono arrivato, pian piano, anche alle confidenze.
Nell’ultimo ricovero ho incontrato di nuovo una signora che ha la mansione di rifare i letti: è una signora cordiale, espansiva e soprattutto “di chiesa”. Mentre in occasione dell’ultimo ricovero cambiava le lenzuola e riassettava il letto, ha cominciato ad informarsi sulla mia vita di prete e a parlarmi della sua, di semplice fedele. Mi disse che mentre a casa cucinava, partecipava al rosario o leggeva i messaggi aggiornati della Madonna di Medjugorje. Trasse di tasca un telefonino di ultima generazione e con rapidissimi tocchi dell’indice mi mostrò una “brutta” immagine della Madonna col rosario al collo e mi fece sentire sottovoce – perché altri non udissero – la preghiera mariana, soggiungendo, da esperta: «Il rosario lo si può sentire recitato con la voce di bambina, di uomo o di donna!». Poi, sempre toccando leggermente altri due o tre tasti, ne venne fuori la parola “preghiere” e scorse un elenco infinito di preghiere di tutti i santi e di tutti i gusti.
Mentre assistevo a questa testimonianza di semplice, ma calda fede popolare, mi venne da pensare al nuovo volume “Sole sul nuovo giorno” che sto dando alle stampe: una raccolta di pensieri e di preghiere che ho raccolto con fatica e pubblico con una spesa non lieve. Pensai: “Scopro adesso un’America che tutto il mondo, aggiornato e giovane, ha ormai scoperto da tempo”.
Dapprima rimasi un po’ stupito e sconcertato, poi mi sono consolato ricordandomi una lettura di tanti anni fa. Due amici si incontrano e uno dice all’altro: «Di che cosa ti occupi?» e l’altro risponde: «Organizzo spettacoli da circo equestre». Il primo osserva: «Si tratta di un divertimento popolare per gente poco colta». Al che il secondo risponde: «Che percentuale di persone intelligenti e colte pensi ci sia nella nostra società?». E l’altro: «Forse il dieci o il venti per cento». «Ebbene, riprende il primo, io ho scelto di rivolgermi a quell’ottanta, novanta per cento non troppo colto!».
Forse è una magra consolazione, ma alla mia veneranda età non mi resta che rivolgermi al mondo dei tanti non aggiornati. Perciò pubblico il nuovo volume “Sole sul nuovo giorno”, anche se non rappresenta la novità e la “scoperta dell’America”.