I digiuni di Pannella, gli interventi senza numero dei radicali, i tentativi della signora Severino, ministro della giustizia, le esternazioni dell’ergastolano Musumeci e le condanne dell’Europa, oltre ai frequenti articoli sulla stampa, mi hanno reso ultrasensibile al problema delle carceri, che in Italia sembrano essere quelle di parecchi secoli fa.
L’ipocrisia sfacciata degli addetti alla giustizia che dichiarano spudoratamente che il carcere ha la funzione di educare e di redimere, mentre in realtà non fanno che “torturare” i cittadini che hanno sbagliato, costringendoli poi a frequentare una scuola superspecializzata del crimine, qual è oggi il carcere che insegna a delinquere, mi sta indignando ogni giorno di più quando tocca questo nervo nudo che reagisce ogni giorno sempre più intensamente.
Qualche giorno fa un certo tribunale ha condannato a sei anni di reclusione alcuni giovani mascalzoni che a Roma, in una delle tante manifestazioni di delinquenza, hanno attaccato e bruciato un furgone di carabinieri, mettendo in gravissimo pericolo di vita un milite della benemerita che, solo per miracolo, s’è salvata la vita. In tale occasione la televisione ci ha mostrato la scena veramente truce di questi delinquenti di strada, arrabbiati e decisi a sfasciare tutto.
I giudici hanno loro comminato una pena di sei anni. Benissimo! Magari il doppio! Però subito dopo ho pensato:
“Ora i giudici ci hanno accollato una spesa in più per il loro mantenimento, il carcere li abbrutirà ulteriormente e fra sei anni avremo una manovalanza superspecializzata in pronta offerta per la malavita”.
La Severino ha affermato che negli Stati civili i tre quarti dei condannati scontano la pena fuori dal carcere, mentre da noi meno di un terzo. Quanto sarebbe più razionale farli lavorare per il loro mantenimento e per ripagare quella società che loro hanno danneggiato con la loro assurda violenza!
La Severino, donna intelligente, certamente l’avrebbe già fatto, però quei “menarrosti” che siedono, ben pagati, in Parlamento, non glielo hanno permesso a motivo delle loro beghe assurde ed inconcludenti.
Quando rinsaviranno i governanti della nostra povera Italietta?