L’uomo planetario

Padre Ernesto Balducci, il sacerdote dell’ordine degli padri scolopi, l’ho conosciuto tantissimi anni fa, quando ero appena prete. Il sacerdote fiorentino, morto una decina di anni fa in un incidente d’auto, l’avevo “incontrato” nella rivista “Testimonianze”, il periodico che mi ha accompagnato alla scoperta della fede e dell’uomo per più di vent’anni.

La rivista – ricordo bene – aveva la copertina di un rosso intenso, con la scritta lapidaria “Testimonianze”. A quei tempi era considerata, nel mondo ecclesiastico, una rivista di avanguardia che destava più di un sospetto e di una preoccupazione nelle alte gerarchie; comunque per me le tesi che portava avanti erano fresche ed esaltanti. Infatti mi accorsi poi che esse erano un rivolo di pensiero evangelico che ha ingrossato quel fiume salutare che è sfociato nel Concilio Vaticano Secondo, che per grazia di Dio accompagnò la Chiesa ad accostarsi con più fiducia al nostro mondo.

Il mio rapporto con questa rivista si interruppe, non ricordo più in quale anno. Ricordo che scrissi a padre Balducci: “Reverendo padre, per la stima che le porto, sento il dovere di dirle che le nostre strade ormai divergono; non sono più disposto a seguirla nel sentiero che lei ci indica”. Mi sembrava che lui condividesse troppo le tesi della sinistra. Poi ho capito che non era lui che camminava troppo in fretta, ma ero io ad avere il passo troppo lento.

In questi giorni mi sono “riconciliato” con padre Balducci leggendo un suo bellissimo ed illuminante volume: “L’uomo planetario”. Padre Balducci, con un’analisi quanto mai intelligente e profonda, legge in chiave di fede il fenomeno della globalizzazione, per quanto riguarda le grandi religioni, prevedendo uno smussamento progressivo della differenziazione tra le varie Chiese ed un movimento verso una comunione sempre più consistente.

Leggendo questa ricerca così illuminante, ho pensato prima alla parola di Gesù che auspica “un nuovo ovile sotto un solo pastore”, poi alle tesi del grande Teilhard de Chardin che legge il movimento cosmico tutto teso verso l’assoluto e al convegno Interreligioso voluto da Papa Wojtyla ad Assisi, sembrandomi di capire che “gli uomini non si muovono ma è Dio che li conduce” verso l’incontro risolutivo con il Creatore.

Anche il cammino procede con difficoltà; esso tende verso l’assoluto inglobando e stemperando differenze che ogni giorno di più sembrano marginali e fittizie.

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