Del Cardinale Martini avevo una conoscenza abbastanza approssimativa. Lo conoscevo come biblista famoso e soprattutto per quella sua lettera pastorale alla diocesi di Milano che aveva come titolo “Farsi prossimo” e che è un testo veramente importante per chi, nella Chiesa, avverte il dramma dei poveri, ma non sapevo niente più di questo. Ora che è morto, Martini mi sta diventando più che mai un maestro di vita e soprattutto un testimone autentico di Cristo.
Per Natale amici cari mi hanno regalato una serie di volumi su questo vescovo gesuita, testi che mi stanno aiutando a sentire questo Cardinale come un caro e prezioso compagno di viaggio. Per un paio di anni ho materiale sufficiente a farmi conoscere questo uomo di Chiesa, ma soprattutto di Dio, che è quello che conta. Già ho parlato agli amici di quanto mi hanno fatto bene le sue “confessioni” sul passo lento della nostra Chiesa, sulle sue contraddizioni e sui suoi “peccati”. La “fragilità” spirituale dell’arcivescovo di Milano mi è quanto mai di conforto e mi sta aiutando ad accettare i miei limiti di fede e le mie “riserve” nei riguardi di quella Chiesa che amo e per cui voglio spendere pure i “tempi residui” della mia vita.
Uno degli ultimi volumi ricevuti in dono su Martini è una sua biografia. Oggi ho letto un capitoletto e ho trovato una sua affermazione che è stata per me come un raggio di luce che ha toccato il mio animo. Il cardinale “ringrazia” tutti i razionalisti, da Renan in poi, che hanno dato una lettura umana, oppure critica e scettica, delle Sacre Scritture, perché – dice il cardinale – l’hanno aiutato ad approfondire il suo studio, a documentarsi meglio, ad apprezzare di più il testo sacro.
M’è venuto da pensare: “A che cosa si ridurrebbe la Chiesa senza critici, atei, persecutori?” Già ora la Chiesa italiana, che da più di mezzo secolo tutto sommato ha avuto pochi nemici, anzi troppi privilegi, sta arrischiando di diventare flaccida, fideista, evanescente e confinata negli spazi siderali. Ho capito che i nostri “nemici”, e semmai i nostri persecutori, sono un autentico “dono di Dio” perché ci costringono all’autocritica, ad una revisione di vita, alla purificazione e ad una maggior coerenza.
Oggi quindi ho ringraziato il Signore per i radicali, i socialisti, i liberali, gli atei e l’intera sinistra, perché ho capito che in realtà sono una “benedizione” del Signore. Senza questi “nemici” solo Dio sa che cosa saremmo diventati!