Qualche tempo fa la dottoressa Lina Tavolin, responsabile de “Il Germoglio”, centro polivalente per l’infanzia, mi ha invitato a partecipare alla celebrazione del centenario di quello che un tempo era denominato “L’asilo infantile” della parrocchia di Carpenedo, sito in via Ca’ Rossa.
Su questa “creatura”, che con tanti sacrifici ho tentato di far rifiorire, ho scritto innumerevoli volte sulla stampa parrocchiale. Quello del restauro architettonico, ma soprattutto di quello pedagogico della vecchia ed ormai “sgangherata” scuola materna, è stato un capitolo quanto mai importante e ricco di fascino della mia vita come responsabile di quella comunità cristiana.
In una decina d’anni quella struttura obsoleta ed ancorata ad un cliché superato, è diventata una “scuola d’infanzia” – come si dice oggi – di prim’ordine e certamente ai primi posti nella graduatoria delle scuole materne di Mestre. Anzi penso proprio che le si possa con certezza assegnare la medaglia d’oro.
Da un punto di vista strutturale è stato il piccolo alunno di tempi lontani, Andrea Groppo, ora manager affermato, a fare dei veri miracoli. Mentre l’esterno del fabbricato mantiene l’austero volto dello stile Liberty di inizio novecento, l’interno è diventato quanto di più moderno e funzionale che si possa desiderare.
Per quanto invece riguarda l’aspetto pedagogico e didattico, il cuore, il calore e l’incanto, gliel’ha donato l’allora giovanissima pensionata dottoressa Lina Tavolin.
Lina – così tutti la chiamano -, ha creato un corpo di educatrici quanto mai valido ed affiatato, ed uno stile di vita parascolastico così fresco, sorridente, familiare ed accogliente grazie al quale tutta la struttura sembra un’aiuola fiorita dai volti belli dei piccoli della comunità.
La dottoressa Tavolin, che cinque, sei anni fa era andata in pensione per la seconda volta, è stata richiamata alle armi dal nuovo giovane parroco don Gianni, facendo così rifiorire sia la scuola che se stessa, attraverso una sorprendente rigenerazione.
Quando sono entrato nel mio vecchio asilo per il centenario, m’è venuto da pensare che la dottrina buddista della reincarnazione non sia del tutto sbagliata, vedendo questa fresca realtà nata da una struttura centenaria.
Raramente ho visto tanta vitalità, tanto movimento, tanta efficienza e collaborazione tra la scuola e il tessuto ambientale e sociale di cui è anima ed espressione. Ogni infisso, ogni arredo, ogni stanza che ho rivisto in quella mezz’oretta in cui vi sono rimasto, mi ha ricordato un’avventura che ha avuto anche momenti difficili e perfino drammatici, ma che tutto sommato ha approdato a risultati quanto mai positivi.
Me ne sono tornato a casa più che convinto che il coraggio, la collaborazione, la buona volontà e lo spirito di sacrificio, sono ancora capaci di “far miracoli”, e miracoli quanto mai belli e promettent!