La diocesi di Venezia ha avuto delle splendide figure di Patriarchi, due dei quali, Roncalli e Luciani, nel lasso di pochi anni sono stati chiamati a sedere nella cattedra di Pietro. Io però ricordo con grande ammirazione pure altre figure di Patriarchi che credo non sia giusto definire minori.
Di questi ultimi ho conosciuto, solamente per fama, il cardinale La Fontaine, mentre ho conosciuto di persona i cardinali Piazza, Agostini, Urbani. Mi piacerebbe dar testimonianza del valore di ognuno di essi perché hanno guidato la Chiesa di Venezia in tempi difficili. Cito solamente il veneziano cardinal Urbani, cui toccò in sorte il tempo amaro della contestazione. Di questo vescovo ricordo una sua particolare massima per dire a tutti quanto gli fosse difficile mettere il prete giusto al posto giusto. Con arguzia tipicamente veneziana, affermava: «Talvolta mi capita di avere una candela grossa, però ho un bossolo piccolo e talaltra ho un bossolo grande ma una candela fina”.
Quant’è difficile trovare il posto giusto a chi ti offre la sua disponibilità a dare una mano nelle opere di bene!
La mia ammirazione per questo vescovo certamente non è determinata da questo suo fiorito modo di argomentare, ma spesso mi sovviene quando qualcuno mi offre la sua disponibilità.
C’è sempre un grande bisogno di collaborazione, però il compito più difficile è quello di trovare il posto giusto per il tipo di persona, di attese e di competenze di chi si offre, perché spesso “il bossolo” per mettere la candela non è il più idoneo.
Ho gruppi che si lamentano di essere in pochi, d’aver troppo lavoro, però quando metto a loro disposizione il nuovo o la nuova venuta fanno subito i difficili e pare che invece di spalancare le braccia ad un’accoglienza cordiale ed affettuosa, si chiudano a riccio, quasi gelosi che qualcuno rubi loro il posto e che non sia idoneo o che tolga loro la corona del martirio per la causa a cui si dedicano.
Spessissimo mi trovo imbarazzato perché quando qualcuno risponde all’appello, incontro difficoltà pressoché insuperabili per l’inserimento. Il volontariato è una delle imprese più ardue e difficili per chi deve condurre questo esercito raccogliticcio, volubile e pretenzioso. Dico questo non per farmi commiserare, ma solo sperando che qualcuno comprenda il difficile “mestiere” che ho accettato di fare.