Qualche settimana fa il parroco di Tessera ha pensato bene, nel quadro dell’anno della fede, di organizzare un incontro nella sua comunità per evidenziare che la fede, per essere tale, deve sfociare nell’alveo della carità.
All’interno di questa paraliturgia ha ritenuto opportuno che io portassi la mia testimonianza per quanto s’è fatto a Mestre negli ultimi cinquant’anni a livello di solidarietà.
Nonostante la cosa mi risultasse gravosa, però a motivo della stima che nutro per questo parroco e della mia totale condivisione per questa linea ideale, ho accettato, pur con disagio per la preoccupazione di poter essere giudicato uno che si fa bello per aver tentato di fare quello che ogni prete deve fare.
Ho iniziato la mia testimonianza dicendo che se si vuole scoprire dove sta il cristiano, nel guazzabuglio di idee che spumeggiano in questo mondo, bisogna usare le famose coordinate: la longitudine e la latitudine. La prima: la longitudine, il cristiano è uno che crede in maniera totale a Dio, a Gesù che ci ha parlato in suo nome e nella Chiesa che custodisce e trasmette il messaggio di Cristo. La seconda: la latitudine è costituita dalla carità, “ama il prossimo tuo come te stesso”. Nel punto di incrocio fra queste due dimensioni si trova il cristiano.
Ho tentato quindi di parlare degli eventi di solidarietà in cui mi sono trovato coinvolto e a cui ho tentato di dare il mio apporto.
A San Lorenzo dal 1956 al 1971: la mensa di Ca’ Letizia con cena e poi colazione – il magazzino degli indumenti – docce – barbiere – vacanze estive dei vecchi e dei ragazzi – il mensile “Il prossimo” – i gruppi per la casa di riposo e per l’ospedale – il “Caldonatale” – gruppi caritativi nelle parrocchie di Mestre, il settimanale la Borromea.
A Carpenedo dal 1971 al 2005: il Ritrovo degli anziani – Villa Flangini, la Malga dei faggi e il mensile “L’anziano” per i vecchi e la rivista Carpinetum per le famiglie – radio Carpini – il gruppo “Il mughetto” per i disabili – il gruppo “San Camillo” per gli ammalati – i gruppi di adulti e di giovani della San Vincenzo – il gruppo per il terzo mondo – le prime residenze per gli anziani (Piavento, Ca’ Dolores, Ca’ Teresa, Ca’ Elisabetta e Ca’ Elisa).
Da pensionato dal 2005 al 2012: i Centri “don Vecchi” – due a Mestre, uno a Marghera e uno a Campalto. La fondazione del settimanale L’Incontro, Il polo solidale del “don Vecchi”, costituito da tre associazioni di volontariato:
- “Vestire gli ignudi” (i magazzini dei vestiti cui convergono 30.000 persone l’anno);
- “Carpenedo solidale” per il ritiro di mobili ed arredo per la casa e i supporti per gli infermi e il “Banco alimentare” con 2500 assistiti alla settimana;
- “La buona terra” per la distribuzione di frutta e verdura (15 quintali al giorno).
In complesso più di 200 volontari sono impegnati in queste attività. Ora stiamo lavorando per il “don Vecchi 5”.
Guardando indietro devo constatare che il buon Dio mi ha donato una bella avventura, so bene che “tutto è grazia” e che basta lasciarsi condurre sempre dalla Provvidenza e divenirne l’umile braccio operativo.