“Il galeotto”

“Il galeotto” di cui ho parlato un paio di volte sul mio diario, l’ho finalmente rivisto al lavoro dopo una ventina di giorni di assenza. Riassumo questa storia per chi non avesse letto tutti i numeri de “L’incontro” o non avesse, come me, una buona memoria.

Due, tre mesi fa, uno di quei lavoratori che tutti una volta chiamavano becchini, ma che ora si chiamano operatori cimiteriali, m’aveva chiesto il testo delle preghiere che io ho posto accanto alla Madonna, a Papa Giovanni, a Madre Teresa di Calcutta, san Francesco, Padre Pio, a Papa Vojtyla, a sant’Antonio o Papa Luciani per aiutare i fedeli a pregare e per sintonizzarli sul messaggio che questi testimoni di Gesù ci hanno lasciato.

La richiesta mi ha colpito perché la trentina di operai che lavorano nel nostro camposanto, sono dei cari ragazzi con cui ho una rapporto amichevole ed affettuoso, ma non mi capita di frequente di vederli fare la “visitina a Gesù”.

Già avevo osservato questo nuovo operatore perché quest’estate avevo notato i numerosi tatuaggi (oggi questi arabeschi sulla pelle vanno di moda, ma io sono rimasto al tempo in cui i tatuaggi se li facevano solamente i galeotti in carcere).

Questo operatore pian piano mi raccontò la sua storia, una storia non edificante che gli ha fatto trascorrere parecchie stagioni nelle patrie galere. Mi raccontò pure che aveva voltato le spalle al passato, che aveva intrapreso una nuova strada. La giustizia però, facendo i conti, si era accorta che aveva ancora venti giorni da pagare e, nonostante “la conversione”, il lavoro e la buona volontà, l’ha rimesso dentro, spendendo invano altri cinque-seimila euro!

Fortunatamente quest’uomo è stato più bravo dello Stato e mi ha proposto: «Don Armando, dopo il lavoro, che termino all’una, verrei volentieri a far volontariato da Lei».

A sentir questo mi viene da pensare che sarebbe giusto che fosse “lo Stato” a scontare almeno quaranta giorni nelle sue carceri per la sua insipienza che non capisce ancora che l’importante è “la conversione” e non la vendetta!

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