Se qualcuno legge questi appunti e riflessioni varie che vado facendo di giorno in giorno mi potrà anche dire che queste sono cose da preti. E’ vero, ma io sono un prete e non posso parlare se non delle cose che riguardano e da cui sono interessati i sacerdoti. Qualche settimana fa ho riferito, ammirato, che la parrocchia di San Giovanni Evangelista, che è prevalentemente a conduzione neocatecumenale, ha portato al Family Day di Milano più di trecento sposi e che durante l’estate ben 150 fra adolescenti e padrini hanno partecipato in una casa di montagna ad alcuni giorni di spiritualità.
Tutto questo ed altro ancora sono cose quanto mai positive. Presso i neocatecumenali, quando “i catechisti” decidono qualcosa di buono, gli aderenti, come un solo uomo, partecipano obbedienti e disciplinati.
Riconosco, senza riserva, che gli aderenti a questo movimento, come gli aderenti al Movimento del Rinnovamento dello Spirito, quelli dell’Opus Dei o, ancora, i Pentecostali, o Comunione e Liberazione, sono le forze di punta della Chiesa di oggi. Però non posso non riscontrare che pure questi movimenti emergenti hanno limiti ben consistenti. In genere sono chiusi, come fossero asserragliati per difendersi dal “nemico”, guardando con sufficienza i cristiani senza qualifiche, non sono in dialogo col mondo, praticano un settarismo religioso sempre intransigente, non si fanno carico dei problemi sociali, vivono un cristianesimo elitario.
Io per indole, mentalità e scelta, mi sentirei soffocare all’interno di uno di questi movimenti. Nella parrocchia che avevo, nonostante loro ripetuti tentativi, per questi motivi non ho dato loro spazio. Ero convinto che gli appartenenti alla mia vecchia comunità erano una specie di esercito di Brancaleone, perché c’era dentro di tutto. Ciò nonostante nessuna delle parrocchie dominate da questi movimenti aveva il 42 per cento di presenti al precetto festivo come la mia.
Oggi l’uomo e il cristiano trova molta difficoltà a vivere come persona, cerca i gruppi, come gli “alcolisti anonimi”, che si sorreggono l’un l’altro, ma nessuno di loro sta in piedi da solo. Questa situazione non credo sia l’ideale.
Ho cominciato a provare questo sentimento fin dai primi anni del mio sacerdozio quando alcuni dei miei ragazzi e delle ragazze tra i più promettenti sono stati circuiti dai membri dell’Opus Dei, tagliati fuori dalla parrocchia, imponendo loro un confessore del movimento e condizionandoli con una pressione psicologica quasi ossessiva.
Padre Escriva, fondatore dell’Opus Dei, oggi è un santo, ma non credo che lo sia diventato per aver fondato la sua società segreta sia pure sotto il segno della croce.
“Libertà vo cercando”, diceva Dante. La libertà è per un uomo quello che è l’acqua per i pesci e l’aria per gli uccelli. Non per nulla il Signore ci ha creati unici, irripetibili e liberi!