Sto leggendo un volume, appena uscito per i caratteri della Mondadori, dal titolo fascinoso ed enigmatico: “Colti dallo stupore” del compianto cardinale Carlo Maria Martini. Credo si tratti dell’ultima fatica del vescovo di Milano, perché negli ultimi mesi il Parkinson andava di giorno in giorno ad impedire al suo pensiero, ancora lucido, di farsi voce. L’editore infatti annota nelle ultime pagine, contenenti le sue omelie, che esse sono più brevi ed essenziali perché egli non riusciva ormai più ad esprimersi.
Il volume contiene 174 omelie, ossia i commenti al Vangelo festivo che vanno dal 3 agosto 2008 al 4 aprile 2010. Le prediche di Martini sono assai brevi, da una facciata di pagina ad un massimo di due e risentono delle ricerche di riferimento biblico, come è comprensibile dato il suo “mestiere” amato ed esercitato per una vita intera – ossia quella di uno studioso e docente di biblica.
Dalla lettura, fin dalle prime pagine, si avverte che il cardinale aveva una conoscenza profonda della Sacra Scrittura per cui ci si accorge di quanto si muova a suo agio facendo citazioni e confronti con una puntualità ed un rigore assoluto.
Queste prediche mi hanno dato la sensazione che ci sia tanto poco del suo pensiero personale, ma che egli si limiti quasi ad accostare i singoli passi della Sacra Scrittura in maniera da far emergere più nitida e precisa la Parola di Dio. Inoltre m’è parso di cogliere che per il cardinale l’unica cosa importante e necessaria non sia tanto l’attualizzazione o il commento dei passi evangelici, né tanto meno che il pensiero del Signore sia in linea con l’opinione pubblica e la cultura corrente, ma che esso risulti nitido e sicuro.
Per il cardinale vale solamente ciò che dice il Signore perché quello solo è vero, giusto e valido. Egli si limita a mettere una cornice essenziale e per nulla vistosa alla “Parola del Signore”.
La lettura di Martini mi ha colpito così profondamente, tanto che domenica scorsa ho impostato il mio sermone tentando di imitarlo, ossia mettendo in luce che le perle preziose e di grande valore sono le parole di Dio e non le nostre.
Ho estrapolato le frasi clou della pagina evangelica, mettendoci una cornice umile, così da esaltare tutto il loro splendore. Di certo non sono risultato un “orafo” esperto come il cardinale, m’è parso però che l’assemblea dei fedeli abbia ascoltato e reagito in maniera quanto mai positiva a questa impostazione.