Di primo mattino, mentre mi sto preparando per il nuovo giorno, la Rai trasmette una rubrichetta nella quale un giornalista intervista il sindaco di un piccolo paese d’Italia che si sta impegnando in una iniziativa particolare che merita di essere conosciuta da tutti i concittadini. Mentre mi faccio la barba ascolto con qualche curiosità su come “gira questo mondo”.
Questa mattina mi si sono drizzate le orecchie sentendo che invece del sindaco l’intervista era rivolta ad un parroco di un piccolo paese del Friuli di cui qualche mese fa ho letto un volume, “Fuori dal tempio”. Siccome dalla lettura ho capito quanto intelligente e quanto questo prete si prendesse a cuore in maniera appassionata le problematiche della Chiesa e della società, ho ascoltato con estremo interesse l’intervista.
In sostanza questo sacerdote, che si rifà al messaggio di Padre Balducci, morto vent’anni fa, ha aperto una casa di accoglienza per rifugiati politici di ogni Paese e ora organizza un convegno internazionale su Padre Balducci per incorniciare la sua testimonianza e il suo messaggio che egli ritiene attuale e quasi profetico.
Padre Balducci è il prete scolopio, pure a me caro, perché libero, di pensiero, critico nei riguardi degli apparati, in dialogo con la società e teso a scrutare il futuro. Diresse la rivista “Testimonianze”, rivista che ha avuto un ruolo importante nel mio pensiero, a cui sono stato abbonato e che ho letto fin dal suo inizio.
Padre Balducci è anche per me un testimone e un profeta del nostro tempo che, pur divergendo spesso dal pensiero ufficiale della Chiesa, amò e la servì offrendole il suo contributo intelligente.
In questa occasione ho avuto modo di ricordare con riconoscenza le riviste che sono state determinanti nella mia formazione: da “Adesso” di don Mazzolari a “Testimonianze” di Padre Balducci, dal “Gallo” di Genova al “Nostro tempo” di Torino, dal “Molino” di Bologna a “La rocca” di Assisi. Una volta ancora ho capito quanto debbo a questi miei maestri e padri dello spirito. Cosicché sento il dovere di consigliare i miei amici di scegliere dei periodici che esprimano ricerca, che non si accodino al pensiero dominante, che abbiano il coraggio di andare controcorrente e amare la Chiesa anche denunciando i suoi limiti, le sue contraddizioni e le sue lentezze.