La fede occulta

Il Gazzettino è ritornato più di una volta a parlare della religiosità di quel Nordest a cui appartiene anche Mestre. Normalmente queste analisi si rifanno ad inchieste commissionate ad istituti specializzati. Credo che per i cristiani e soprattutto per preti e operatori pastorali, sia quanto mai importante tastare il polso della situazione per fare progetti, piani di lavoro e scelte coerenti. Normalmente questi sondaggi dell’opinione pubblica riguardano il territorio del Triveneto, però noi della diocesi di Venezia disponiamo dei risultati di una consultazione specifica svolta nel territorio della Chiesa di San Marco, non fatta per campione ma risultante dalla consultazione di tutti coloro che erano oggetto dell’indagine. Mi riferisco al sondaggio promosso una decina di anni fa dal patriarca Scola prima di iniziare la visita pastorale. E’ risultato che i partecipanti al precetto festivo, nella diocesi di Venezia, non raggiungono il venti per cento. Questa è la media ma ci sono delle parrocchie in cui non si supera il dieci per cento.

Il processo di scristianizzazione è evidente e comincia sempre con l’abbandono della pratica religiosa. Eppure sono convinto che per fortuna la fede, magari in maniera occulta, ma è ancora presente. Si tratta quindi di ravvivare il fuoco sotto la cenere grigia ed inerte.

Io premetto sempre un colloquio con i famigliari del “caro estinto”. Spesso mi si dice che egli era credente ma non praticante. Meno frequentemente, magari con qualche difficoltà, mi si dice che aveva un’etica, ma non era credente. In questo caso io mi faccio forte del fatto che nel battesimo il Signore l’ha adottato come figlio. Quindi, partendo dalla convinzione che se anche uno crede di non amare più Dio, Egli comunque continua ad amare i suoi figli di adozione, offro al Signore il sacrificio di Gesù e Gli chiedo di accoglierlo comunque in Paradiso perché, magari nelle forme più inusitate, sostanzialmente s’è rifatto a Lui nella sua condotta.

Pure in questi casi vedo che la gente partecipa, ascolta, prega e perfino, talvolta, si accosta all’Eucarestia. Questo mi dà modo di accorgermi che la fede, magari in maniera occulta, c’è ancora tra la nostra gente. Si tratta quindi di riattizzarla con pazienza e buona volontà.

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