I codini

Un tempo le persone un po’ effeminate ed untuose che fanno la corte agli uomini che contano, quelli che si lasciano andare a forme di servilismo esagerato, erano denominate “codini”, lacchè, portaborse. Ora pare che la società accetti più pacificamente queste forme di adulazione più o meno interessate che un tempo erano proprie dei servi, dei segretari, dei barbieri e categorie del genere.

Attualmente mi irritano certi rimasugli di questi atteggiamenti servili che mi pare di riscontrare negli addetti alle imprese di pompe funebri nei riguardi dei famigliari “del caro estinto”. Questo fenomeno, ahimè, lo riscontro ancora ben presente nell’ambiente ecclesiastico nei riguardi della gerarchia, un atteggiamento adulatorio e servile verso l’autorità, per possibili vantaggi a livello di carriera che si nasconde dietro la virtù dell’obbedienza.

Una lunga tradizione ed educazione mistica, favorita certamente da chi detiene il potere, per motivi perfino troppo facili da comprendere, ossia per facilitare il governo, è venuta a esaltare la “virtù della santa obbedienza” inducendo praticamente gli inferiori al “signorsì” del mondo militare.

Ritengo che l’obbedienza sia tutt’altra cosa che l’esporre con rispetto le proprie opinioni che talvolta possono essere diverse e perfino opposte a quelle del superiore. Io non arrivo a parlare, come qualcuno ha teorizzato, della “virtù della santa disobbedienza”, però ritengo che il rapporto debba essere sempre franco, onesto, virile, perché solamente così si dimostra rispetto per l’autorità e soltanto così si può trovare il coraggio di obbedire anche su qualcosa che non si ritiene giusto ed opportuno.

Purtroppo talvolta è più comodo e più facile offrire un consenso formale; questo è un doppio male perché non si è onesti, non si ha vero rispetto per l’autorità e soprattutto si abitua il superiore a non confrontarsi e ad accettare opinioni diverse dalla sua.

Rosmini ha parlato delle cinque piaghe della Chiesa, non so se il servilismo sia una di queste, comunque di certo è uno dei suoi difetti.

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