Un tempo si stampava “Amico del clero”, una rivista che dava anche dei buoni suggerimenti, ma era soprattutto preoccupata di informare su tutti i diritti dei preti. A quei tempi la curia ci abbonava obbligatoriamente a questo periodico.
Io, che allora ero molto più garibaldino di adesso, respinsi la rivista affermando che essa rappresentava sostanzialmente un vero “nemico” perché sempre preoccupata di difendere i diritti del clero. Per me il prete deve essere sempre in prima linea, fuori dalla trincea, se vuole avere l’autorità di guidare i cristiani verso una vita di impegno e di servizio.
Qualcuno mi ha detto che dopo Mazzini in Italia non c’è più stato nessuno che abbia parlato dei doveri dei cittadini. Oggi credo che sia male blandire il ceto sacerdotale, mentre sia giusto ricordare che per quanto i preti si impegnino, sono ben lontani dall’essere in croce come il nostro Maestro. In tempi difficili credo si debba ricordare che la dedizione per le anime deve essere ancora maggiore di sempre.