Il problema del rapporto tra misticismo ed operatività è vecchio almeno quanto il Vangelo, ma io credo che sia vecchio come il mondo. La pagina del Vangelo che mette a fuoco la mentalità delle due sorelle di Lazzaro, l’amico di Gesù, Marta e Maria, lo sta a dimostrare.
Pare che Gesù dia un punto in più a Maria, la contemplativa. Infatti Gesù esclama: «Marta, Maria ha scelto la parte migliore».-
L’esegesi del passo ci porterebbe molto lontano, ma sta di fatto che la contemplazione di Maria è stata favorita all’attività di Marta che ha pulito la casa e preparato il pranzo. Comunque anche Marta è diventata santa!
Credo che ambedue queste verità vadano curate e coordinate. Gli antichi dicevano: “Unum facere et alterum non omittere” (bisogna far questo senza omettere quello).
L’uomo è composto, secondo la visione di san Tommaso, di anima e di corpo, due unità inscindibili. Non esiste un’anima senza il supporto del corpo, né un corpo senza lo spirito che gli dà vita. Il difficile è trovare il giusto equilibrio, però questo non è impossibile, anzi è necessario.
E’ vero che, tutto sommato, siamo propensi a favorire i bisogni immediati, ma ragionando un po’ si arriva a capire che è necessario avere motivazioni tali che sorreggano l’impegno. E questo si chiama riflessione, contemplazione.