Grazie

Una mattina, appena finita la messa festiva, una persona quanto mai buona, certamente colta, è venuta in sagrestia per ringraziarmi per la predica. Sarei un gran bugiardo se dicessi che non mi fa piacere ricevere qualche complimento, però il piacere più sentito è nato dal fatto d’essere stato ringraziato per la tesi che da anni tento di portare avanti, ossia che l’Eucaristia domenicale non deve assolutamente ridursi ad un rito, pur celebrato bene, con devozione e con dignità, dal canto alla compostezza, dal silenzio alla partecipazione, ma deve essere un evento vivo ed esistenziale, sempre unico e nuovo, che ci fa fare un’esperienza viva e diretta di un incontro con Gesù.

Il discorso è partito dalla pagina del Vangelo che narra degli apostoli che riferiscono a Gesù ciò che avevano fatto durante la settimana. Non vorrei illudermi, ma ho la bella impressione che nei nostri incontri religiosi pian piano stiamo scoprendo il vero volto di Dio attraverso una religiosità che diventa di domenica in domenica sempre meno formale, ma che rappresenta un evento che ci coinvolge a livello esistenziale.

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