Monti è andato a Mosca per dire una verità che forse non avrebbe mai avuto il coraggio di dire a Roma perché gli avrebbero “cavato gli occhi”. Il nostro Mario nazionale citò Einaudi: “Mentre i politici pensano alle elezioni, gli statisti pensano alle future generazioni”.
Penso che questa frase farà fortuna e penderà, come una spada di Damocle, sopra la testa degli aspiranti parlamentari. Un mio amico mi ha detto che almeno 150 parlamentari di Berlusconi se la fanno sotto per la paura di non essere rieletti.
I parlamentari che scaldano le sedie in parlamento e che sono chiamati “peones”, quasi mai prendono la parola, quasi mai decidono qualcosa, tanto che ci domandiamo che cosa stanno a fare in parlamento se non attendere il lauto stipendio a fine mese?
La nostra democrazia si esprime attraverso gli ordini dei segretari di partito. Se in Italia facessimo sedere a Montecitorio Bersani, Berlusconi, Di Pietro, Casini, Panella, Fini e pochi altri, avremmo trovato le “sorgenti” della democrazia; quell’altro migliaio serve solo per tappezzeria delle aule parlamentari.
Il guaio però è che in tante altre realtà le cose non vanno diversamente.