Stasera (parecchie settimane fa, NdR) su Rai tre m’è capitato di vedere un’accolta di presidenti delle province del nord che protestavano perché ritenevano sbagliato e pericoloso sopprimere un bel numero di province. A parere di questi presidenti, che sentono venir meno le loro poltrone, è un danno per i cittadini abolire queste province.
Da noi si dice che è semplicemente assurdo chiedere all’oste se ha vino buono. Quei presidenti di provincia che si erano battuti all’ultimo sangue per farsi eleggere, per avere uno stipendio consistente, mai più e mai altro accetteranno di essere mandati a casa senza protestare.
Gli antichi affermavano che “nessuno giudica nella propria causa”, meno che meno lo saranno mai questi signori. Il governo proceda pur imperterrito!
Se poi si dimezzassero i consiglieri del Comune e si licenziassero i due terzi degli impiegati, le cose andrebbero mille volte meglio ancora.
Il dottor Coin mi disse che è scientificamente provato che quando gli impiegati superano un certo numero l’azienda va male, perché finiscono per creare una confusione di pratiche che appesantiscono l’azienda e la rendono improduttiva.
Tagli, poti pure a piene mani, Monti, se desidera che l’Italia rifiorisca!