I Papi, lungo i secoli, si sono spesso definiti come “i servi dei servi di Dio”. In verità, quando penso al nostro povero Papa, costretto ogni giorno e per ogni evenienza a leggere i lunghi discorsi preparati dagli uffici di curia in cui ogni volta si tira in ballo, per dritto e per rovescio la storia, la teologia, la Bibbia, costretto a lasciarsi trascinare a destra e sinistra, a sorridere, a benedire, stringere mani e baciare bambini, mi rendo conto fin troppo bene di quanto siano pesanti “le chiavi di Pietro” e di quanto sia faticoso il suo ministero.
Nella sostanza quindi sono fin troppo convinto della estrema fatica di questo servizio pastorale, specie dovendo essere portato aventi in una stagione della vita in cui le forze fisiche e intellettuali vengono meno per tutti.
Io riterrei giusto che entrasse nella prassi della Chiesa che ad una certa età anche i Papi, come i preti ed i vescovi passassero la mano a ministri di Dio più giovani e più forti. Auspicherei inoltre che pure l’immagine esterna del “servitore” all’apice della gerarchia ecclesiastica s’avvicinasse un po’ di più a quella del “servo” che del “regnante”.
E’ sempre ancor vero che non è “la tonaca che fa il monaco”, ma è altrettanto vero che la “tonaca” è ancora un segno del contenuto.
I “sacri palazzi” e “le sacre vesti”, così come gli appellativi, non rappresentano purtroppo in maniera immediata le caratteristiche del “servo” di cui parla il Vangelo. Reputo che il popolo di Dio riesca a cogliere ancora la ricchezza spirituale che per grazia di Dio alberga nel cuore dei Papi del novecento e di questo inizio del terzo millennio.
Noi cristiani di oggi non dobbiamo fortunatamente faticare per cogliere la santità personale, la sacralità del ministero dei nostri Papi, perché la Divina Provvidenza ci ha donati degli splendidi pontefici ricchi di carisma e di virtù, però non guasterebbe un aggiornamento ed una semplificazione anche negli aspetti esteriori troppo legati a gusti, culture e tradizioni ormai totalmente scomparsi nella nostra società, oppure relegati in istituzioni marginali alla vita che vegetano in binari morti e senza domani.
Questo processo di purificazione è certamente in atto e la gente della mia età avverte l’evolversi positivo di questo processo, però sembra ancora lento per essere al passo con la sensibilità dei cristiani del nostro tempo.
Questo discorso, evidentemente, riguarda il vertice come l’ultimo parroco delle periferie perché ormai è nella sensibilità di tutti che la ricchezza spirituale abita nella sostanza piuttosto che nella forma.
infatti sarebbe anche ora di deporre i titoli come: ECCELLENZA, EMINENZA, ECCELLENTISSIMO, EMINENTISSIMO, SUA GRAZIA,…