“Mestre, terra di missione”

Periodicamente mi reco dal primario Di Pede per il controllo al cuore. Tra le tante magagne ho anche quella del cuore stanco e perciò bisognoso di controlli e di aiuti. Puntualmente questo medico amico ausculta e mi fa l’elettrocardiogramma. Io invece, che mi preoccupo della sorte della Chiesa a cui appartengo, ne verifico la “salute” e le prospettive di vita leggendo i bollettini parrocchiali in genere e, in particolare, quello della mia vecchia parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo, della quale sono stato responsabile per ben 35 anni.

Il bollettino diretto dal nuovo parroco, don Gianni, è un periodico veloce, prevalentemente informativo; non trascura però anche qualche proposta religiosa espressa in maniera sommaria senza eccessivi approfondimenti.

Nel numero 2131 dell’8 luglio scorso di “Lettera aperta” ho letto una notiziola che mi ha sorpreso e soprattutto grandemente preoccupato. Riporto esattamente la notizia e di seguito qualche considerazione personale.

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
Durante l’ultimo anno pastorale i sacerdoti hanno cercato di visitare le famiglie della parrocchia portando, a chi lo desiderava, la benedizione del Signore. Possiamo dare un primo sintetico bilancio. L’avviso è stato portato a circa 2330 famiglie. Di queste 1120 hanno accolto il sacerdote. Altre 1142 sono state assenti, mentre altre 68 hanno rifiutato l’incontro, quasi sempre senza spiegare la ragione. Fin qui i cenni di statistica. Elementi più completi cercheremo di darli all’inizio del prossimo anno.

Prima reazione che ho provato, leggendo questo scarno trafiletto su argomento quanto mai importante, è stata di sollievo. Per me il “presidio sul territorio” è assolutamente necessario come elemento basilare per ogni soluzione pastorale.

La seconda, circa la reperibilità, mi ha lasciato perplesso. In verità mai io avevo pensato di conteggiare gli assenti e i presenti. Gli assenti di certo non potevo conteggiarli come “rifiuto”, poiché oggi il numero medio per famiglia credo che sia uno e mezzo, perciò è quanto mai facile che in casa non ci sia nessuno per via del lavoro. Comunque, essendo rimasto 35 anni in parrocchia, prima o poi ho avuto modo di incontrarli tutti.

La terza nota mi ha lasciato di stucco: “sessantotto hanno rifiutato l’incontro, quasi sempre senza spiegare la ragione”.

Sette anni fa “i parrocchiani che mi hanno rifiutato più o meno cortesemente” erano non più di quattro o cinque. Di certo oggi la presenza di mussulmani è più numerosa, però settanta rifiuti sono veramente tanti! Mi è venuta in mente la lettera pastorale di quarant’anni fa del cardinal Suard: “Parigi, terra di missione”

Ora il responsabile della Chiesa mestrina può scrivere purtroppo anche lui: “Mestre, terra di missione”. Il guaio però è che l’impianto pastorale non si discosta generalmente di molto da quello dei tempi di Pio X nonostante questa situazione estremamente diversa.

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