L’annuario

La settimana scorsa una volta ancora mi sono lasciato andare alla curiosità morbosa di prendere conoscenza della “ricchezza” della mia diocesi, messa in bella mostra nell'”annuario”.

Ogni anno viene pubblicato un volume assai consistente di pagine e più ancora di notizie, indirizzi, enti e persone che costituiscono la nervatura della Chiesa veneziana. Ho già scritto che provo sempre, in occasione di questa “visura”, due reazioni contrapposte: una di orgoglio per essere parte di una realtà così ricca di persone e di istituzioni impegnate per realizzare “il Regno”, la seconda di perplessità di fronte a tanta organizzazione di cui, io perlomeno, non riesco ad avvertire e soprattutto a beneficiare.

In quest’ultima rivisitazione mi sono soffermato qualche momento su una dicitura che compare forse solamente da un anno: “Ordo virginum”.

Tra le tante realtà ho scoperto che a Venezia c’è, seppur striminzita, una organizzazione ufficiale di donne vergini. L’annuario ne riporta nome, cognome, indirizzo, numero di telefono e perfino l’indirizzo di posta elettronica.

In verità lo scorso anno, ancora quando c’era il cardinale Scola, avevo sentito parlare della loro solenne consacrazione in basilica di San Marco, ora però di esse c’era tutto, ci mancava solamente la foto.

Per una strana associazione di idee mi venne in mente che il vecchio parroco della mia fanciullezza voleva che le ragazze e le donne di azione cattolica, durante le processioni, che erano piuttosto frequenti, sfilassero in centro con le bandiere dell’associazione in testa. Mi ricordo nitidamente ancora le critiche e gli appunti che la gente faceva nei loro riguardi, che credo poi tutto sommato fossero delle care creature, però come tutte le altre donne del paese

Ritengo che ci siano certe cose che esigono riserbo. Poi penso a quelle tante ragazze, signorine nubili e donne sposate, che sono dei tesori di bontà e di dedizione e che si spendono senza riserve, senza che alcuno offra loro una cornice più o meno preziosa o adeguata.

Talvolta ho parlato di una maestrina del sud che conduce il “Foyer San Benedetto”, la piccola struttura che dà alloggio ai famigliari degli ammalati dell’Ospedale dell’Angelo, a cui ricorro quando qualcuno bussa alla mia porta in cerca di alloggio e che sempre serena e sorridente risolve i casi più difficili e non appare nell’annuario della diocesi.

Ho deciso, nel mio cuore, che stamperò in proprio un “annuario segreto” per dar posto alle tante creature care e buone che incontro tutti i giorni.

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