“Questo è il giorno che Dio ha fatto per noi. Rallegriamoci e siamo lieti”

Oggi, di prima mattina, come ogni giorno, dedico qualche tempo alla meditazione.

I miei amici sanno che le mie riflessioni hanno come fonte “Il cenacolo”, un opuscolo bimestrale edito dalla Chiesa metodista di Genova. Le riflessioni hanno come base un testo del Vecchio e del Nuovo Testamento, elaborate ogni giorno da un membro diverso di quella congregazione che vive nelle nazioni di ogni parte del mondo. Adopero questo testo perché la sorgente dei pensieri nasce sempre dalla Bibbia, perché l’elaborazione è molto concreta e profuma sempre di una fede limpida, certa, talvolta perfino troppo candida ed elementare per la mia sensibilità un po’ sofisticata e contorta.

Questa mattina, partendo dal testo biblico “Il tuo cuore conservi le mie parole; osserva i miei comandamenti e vivrai (Proverbi 4-4), l’estensore, un fedele del Sud Africa, Melaie Leo, riferiva che nella sua comunità viveva una anziana signora quasi centenaria, che per moltissimi anni s’era dedicata all’animazione della gioventù della parrocchia, che quando rispondeva al telefono non s’accontentava di dire “Pronto”, ma soggiungeva sempre “Questo è il giorno fatto dal Signore per noi”, quasi a suggerire di cogliere a cuore aperto, di buon grado, con letizia e curiosità “le sorprese” e i doni che il Signore prepara ogni giorno per noi.

M’è piaciuto quanto mai questo pensiero e sono uscito di casa con la predisposizione a cogliere il meglio di questo giorno, che mi avrebbe offerto un’esperienza unica ed irripetibile e di certo positiva. Infatti, fin dall’inizio della giornata, ho cominciato a raccogliere incontri, sensazioni, parole, sentimenti, scorci di bellezza e di umanità veramente splendidi ed interessanti.

Ho fatto il proposito che d’ora in poi, fin dal primo risveglio, vorrò ripetermi: “Questo è il giorno che Dio ha fatto per noi. Rallegriamoci e siamo lieti”, tentando di raccogliere i risvolti positivi di ogni incontro e tenere fisso lo sguardo sulla parte del bicchiere “mezzo pieno”.

Mi piacerebbe avere il coraggio di ripetere anch’io a chi mi telefonerà, la considerazione offertami dalla Bibbia. Temo di non riuscire a farlo perché non ho ancora vinto il “rispetto umano” che ancora mi condiziona.

Ricordo che quando dirigevo “Radiocarpini” corrispondevo telefonicamente con un parroco della Sardegna che pure usava la radio come strumento pastorale. Ogni volta che mi telefonava, non solamente mi salutava con “Sia lodato Gesù”, ma continuava soggiungendo: «Diciamo una preghiera» e cominciava, senza indugi: «Padre nostro che sei nei cieli»
A questo mondo ci sono fortunatamente tante, tante “anime belle”.

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