La Chiesa e l’apparato

Ho l’impressione che la stampa laica sia perfino troppo buona nel commentare ciò che sta avvenendo in Vaticano con la fuga delle notizie riservate e la cacciata del responsabile della banca relativa. Hanno un bel da fare padre Lombardi e il cardinal Bertone nel tentare di coprire con abbondanti foglie di fico le vergogne di questo staterello sopravvissuto alle logiche della storia e mantenuto in vita quasi a solo scopo folkloristico.

Mio fratello don Roberto, con parole veramente intelligenti e cristiane, ha scritto che la sua fede non rimane neppure scalfita da questi scandali, perché la Chiesa che ama e che vuol servire è tutt’altra cosa dal cartoccio storico che la avvolge a Roma. Anche per me è la stessa cosa. Voglio aggiungere che oggi l’amo ancor più di prima, quando credevo che tutto fosse bello, pulito e santo.

Detto questo però, per onestà, credo di dover aggiungere che anch’io sono tra quelli che desiderano portare una corona di alloro a porta Pia in ricordo e ad onore dei bersaglieri dei quali lo Spirito Santo si è servito per abbattere uno Stato antistorico e antievangelico che è sopravvissuto per troppo tempo.

Credo che farei più fatica a sognare la mia Chiesa umile, bella e libera dagli intrighi della politica e della finanza, se quelle mura non fossero cadute. Penso inoltre – e credo che questo pensiero e questo sogno non siano una colpa, ma un merito – che se qualcuno si desse da fare per smantellare quello che è rimasto di quello Stato, non della Chiesa, ma dell’apparato che crede di esserne l’ostensorio, gli si dovrebbe offrire una seconda corona.

Per me rappresentano nella memoria più autentica la comunità di Gesù i santi, i martiri, i profeti; non le porpore, i nunzi apostolici, lo IOR ed anche la scenografia, spesso troppo ampollosa, che pretende di essere la cornice dorata per offrire alle genti del nostro tempo il volto santo di Gesù.

Io ho speso la vita per la mia Chiesa, sono felice e lo rifarei, perché l’amo e voglio servirla con fedeltà ed amore, ma sono convinto che essa si farà più facilmente comprendere ed amare “vestita in grembiule”, piuttosto che con le vesti regali che erano proprie dei tempi passati definitivamente.

Il cammino di semplificazione e purificazione è in atto da tempo, ricordo ai tempi della mia giovinezza: le guardie nobili, i flabelli, il corpo militare pontificio, il triregno, la portantina. E credo che stia andando avanti in questa “liberazione” anche attraverso l’aiuto del “corvo” attuale, e così, a pari passo, come sono più belle e più evangeliche le persone degli ultimi papi, così diventerà più bello ed accettabile il loro “regno” che non è di questo mondo!

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