Ci mancava anche il corvo in Vaticano!
I giornali ci riferiscono della sofferenza del Papa e di certe macchinazioni di prelati della curia vaticana che stanno tentando di mettere le premesse per eleggere domani un Papa di loro gradimento.
Ho tentato di capire un po’, ho chiesto a della gente più preparata di me, ma non sono riuscito a cavare un ragno dal buco. Prima la cacciata in malo modo del presidente della banca vaticana con una lista di accuse pesanti, poi il maggiordomo che sottrae documenti segreti non si sa per farne che o consegnarli a non so chi, quindi una commissione di vecchi cardinali che si mettono a fare il mestiere della polizia giudiziaria e i pubblici ministeri! Mi ha dato l’impressione che si ritorni ai secoli di piombo, mentre il Santo Padre appare sempre più fragile, tanto da non riuscire più a fare i quattro passi per percorrere la basilica di San Pietro. Povero Papa, alle prese prima con i preti pedofili, poi con i prelati cospiratori!
Il Papa mi fa sempre più tenerezza e mi desta infinita ammirazione per il coraggio e la determinazione con cui tenta di far pulizia nell’apparato di Santa Madre Chiesa.
Tutti questi guai ci vedono sgomenti, però ci fanno anche sperare in una purificazione profonda che si sbarazzi dei rimasugli di un apparato burocratico, retaggio dei tempi del triregno.
La voce più onesta e più accorata tra le voci lagnose e scontate che ho sentito deprecare l’accaduto ed esprimere solidarietà al Papa, è stata quella di don Gallo, il vecchio prete dei portuali e dei poveri di Genova, il quale ha esclamato in maniera accorata: «Questa non è la mia Chiesa, la Chiesa che amo e per cui vivo!» Mi è parso di notare in quella voce l’auspicio di una “Chiesa in grembiule”, come l’ha sognata don Tonino Bello, il compianto vescovo di Barletta.
I preti e i cristiani, e soprattutto i prelati che non vivono a contatto con i poveri, che non sono in dialogo con gli uomini reali del nostro tempo, diventano fatalmente dei burocrati dell'”azienda Chiesa” e fatalmente sono tentati dalla spirito del “mondo” da cui Gesù ci ha nesso in guardia.