Ricordiamo che, come sempre, questa nota risale ad alcuni mesi fa.
Mesi fa me la sono presa con l’UDC, il partito che ha ancora come stemma lo scudo crociato della defunta Democrazia Cristiana, la vecchia nobile signora decaduta che, in tempi lontani, non era solamente amata dalla maggioranza degli italiani, ma alla quale essi sono debitori per decenni di libertà e di prosperità economica che essa ha donato al nostro Paese.
L’erede di questa “nobildonna” tenta ora di rifarsi alla gloria del passato, però forse non ne ha né più il fascino, né il potere.
Me l’ero presa perché mi sembrava che nonostante l’UDC si facesse vessillifera dei valori cristiani, mi pareva fosse scesa a compromessi poco nobili e soprattutto tentasse di fare il gioco che ai socialisti riuscì per un qualche tempo, cioè essendo l’ago della bilancia – ed in realtà questo partito non è mai stato molto più che uno spillo – volesse governare il Paese con una consistenza troppo esigua e, sollecitata da questa tentazione, mi pareva disponibile a compromessi non perdonabili per chi si rifà ai valori cristiani. Come sempre ero stato pungente e polemico.
In quella occasione il segretario della sezione veneziana del partito, o un esponente di esso, chiese di incontrarmi. L’incontro risultò tra il patetico e il commovente a cominciare dai due dialoganti: un povero vecchio prete ed un impiegato di non molta consistenza. Ricordo ancora il discorso del mio interlocutore che si sentiva giustamente ferito dalla mia critica: «Don Armando, mi fa male che lei sia così duro con noi; faccio il catechista in parrocchia, il po’ di tempo libero che mi resta una volta assolto il mio orario di lavoro da impiegato, lo dedico alla mia famiglia, ai ragazzi del patronato e al partito, per difendere i valori cristiani in cui credo, spesso solo fra tanti che pur si ritengono cristiani ma non sono per nulla impegnati. E lei mi attacca così duramente!». Confesso che rimasi confuso , quasi commosso e pentito.
La stessa cosa mi toccò qualche mese dopo con una cara signora che stimo e a cui voglio bene, che essendo stata comunista convinta, si sentiva sola e tradita.
La politica sarà anche sporca, però scopro che tra i tanti arrivisti, pasticcioni, imbroglioni e vendivento, ci sono pure delle persone candide ed oneste ed in ogni partito ci sono dei La Pira che meritano solo rispetto e riconoscenza per quello che fanno e quello che rappresentano.
Quando penso alla loro sofferenza e alla loro nobile passione civile, mi viene in mente il monito popolare quanto mai saggio: “Non buttar via il bambino con l’acqua sporca!”.
Oggi vorrei ricordarlo anche ai miei tanti amici indignati come me con chi tradisce “Madonna politica”.